Donald Trump è l’uomo più odiato del mondo? Forse sì
12/11/2016 di Alessandro De Simone
DONALD TRUMP CONTESTAZIONI –
Donald Trump Presidente degli Stati Uniti. Una sorpresa, per molti poco piacevole. Lo dimostrano i tanti messaggi negativi che direttamente o indirettamente stanno arrivando all’estroso miliardario, riuscito a coronare il sogno americano: essere ricco di famiglia e comprarsi la Casa Bianca. Fermo restando che gli è stato democraticamente permesso, dal popolo americano e da un sistema elettorale che di fatto avvantaggia situazioni borderline come queste (per ulteriori spiegazioni potete chiedere ad Al Gore).
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Cosa sta succedendo, quindi? Un po’ di tutto, i fatti più gravi negli Stati Uniti, dove gli unici che hanno annunciato celebrazioni sono i simpatici membri del Ku Klux Klan (a cui prima o poi bisognerà far notare che il bianco ingrassa). Scherzi a parte, è di poche ore fa la notizia che a Portland, in Oregon, durante una marcia di protesta anti Trump, un uomo è stato ferito da un colpo di arma da fuoco, a quanto pare esploso da un afro-americano. E in tutti gli Stati Uniti si moltiplicano le marce di dissenso. Addirittura, a seguito dell’endorsement nei confronti The Donald da parte dell’azienda, vengono bruciate in piazza scarpe da ginnastica di un noto brand.
Anche I maggiori social network non vengono risparmiati dalle critiche, molti accusano Facebook e Twitter di avere propagato e promosso la cultura dell’odio razziale, della misoginia e di tutte le altre cose fetide che Donald Trump ha messo sul tavolo durante la campagna elettorale. C’è da dire, a onor del vero, che ai tempi del “Yes, We Can” gli stessi strumenti, usati magistralmente dallo staff di Obama, resero possibile il miracolo del primo presidente nero alla Casa Bianca.
Due pesi e due misure, quindi, e poca coerenza, ma su una cosa Trump può stare tranquillo: lo odiano anche in Europa. E se ne fa portavoce quello che è in questo momento il primo cittadino del Vecchio Continente, il Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, noto campione di simpatia, come ben sa anche Theresa May, il Primo Ministro britannico, che sembra essere una delle cause dell’astio di Juncker nei confronti di Trump, dato che quest’ultimo ha già annunciato di voler incontrare la leader conservatrice, ma non ha ancora risposto all’invito dell’Unione Europea per dibattere di temi assai importanti. Almeno per l’Unione, vedremo per lui. In ogni caso, dove c’è Trump c’è sempre una donna di mezzo che porta guai, e per una volta non parliamo di sua moglie Melania. Juncker comunque non è stato leggero.
“Penso che rischiamo di perdere due anni aspettando che Trump faccia il giro del mondo che non conosce. Credo sia il caso che gli spieghiamo cos’è l’Europa e come funziona”
Tutto perchè Trump ha dichiarato di non sapere dove sia il Belgio. Se è martedì dev’essere quello, parafrasando un bel film americano degli anni Sessanta. Per fortuna, in aiuto a Donald sono arrivate le dichiarazioni di Boris Johnson, ministro degli esteri di Sua Maestà Britannica, che ha dichiarato:
“I leader europei smettano di guardare con pessimismo alla vittoria di Donald Trump e pensino alle nuove possibilità economiche”
Disse quello che ancora non ha capito che il suo paese deve uscire dal mercato unico e che lui stesso è stato uno dei massimi promotori di quella follia che porta il nome di Brexit. Ma sarà una questione di capelli che li accomuna.
Purtroppo, o per fortuna, solo una cosa si può davvero fare, ovvero pronunciare la frase di rito: facciamolo lavorare. In fondo, per il momento ha annunciato cose buone: milioni di posti di lavoro e un contratto con il paese nei primi cento giorni di presidenza. E non dite che vi ricorda qualcuno, sono due cose completamente diverse…