La donna tradita dal fratello primario: «Mi ha fatto abortire senza dirmelo»
22/04/2016 di Redazione
Aveva sempre considerato il suo aborto spontaneo, ma in realtà era stato deciso e programmato dal primario di Ginecologia, suo fratello. È quanto accaduto ad una donna calabrese, ascoltata dai magistrati che indagano sullo scandalo di medici e infermieri che nascondevano gli errori all’ospedale di Reggio Calabria. Lo racconta Gaetano Mazzuca sulla Stampa:
Io avrei lottato fine alla fine per la gravidanza». Maria, il nome è di fantasia, risponde così ai magistrati che la interrogano e le svelano che l’aborto che lei aveva sempre considerato spontaneo era in realtà stato deciso e programmato. Non da lei ma da suo fratello, all’epoca primario del reparto di Ginecologia dell’ospedale di Reggio Calabria. «No, mi hanno detto che la situazione era difficile che c’era questa rottura di placenta, non si è parlato di aborto mai… Ma io non ho neanche mai considerato di non portarla a termine, cioè non fa parte…». I medici a cui si era affidata le hanno mentito. L’hanno «impapocchiata», come dicevano gli stessi professionisti nelle loro telefonate intercettate. Un modus operandi costante e che emerge tragicamente nei racconti delle donne vittime del reparto degli orrori.
Quella di Maria non è l’unica testimonianza choc delle mamme rese ai magistrati. Una donna ha raccontato che medici e infermieri le hanno nascosto loro la verità sul suo bambino nato in stato vegetativo, che nessuno aveva intubato, lasciandolo per un’ora senza ossigeno. Qualche altra ha raccontato invece di essere stata rassicurata sulle condizioni del figlio il giorno prima del decesso del piccolo. Il bambino piangeva continuamente. «È mal di pancia», diceva l’infermiera.
(Foto: Ansa / Gdf)