Supermercato hashish. A cielo aperto
10/09/2008 di Dario Ferri
La nuova moda italiana è dichiarare di fare uso di stupefacenti. Dai vip alla gente comune, sembra che tutti, ormai, si affidino alle vie dello sballo. E tanta droga in circolo vuol dire business: ecco l’esempio di “gestione degli affari” a Roma
E buio e non c’è nessuno. Sta un attimo zitto e guarda torvo, dice “De te nun me fido” ma poi sorride. Non si fiderà, ma parla lo stesso. E parecchio, anche. Racconta quel mercato che non hai mai conosciuto crisi, problemi derivati dai subprime, rialzi e crolli dovuti al’oscillare del prezzo del petrolio. Il mercato della droga. Il suo lavoro. Ogni anno le statistiche raccontano di una società sempre più avvezza al perdersi tra i fumi di alcool, stupefacenti leggeri e pasticche per sfuggire alla realtà. I motivi di questo fenomeno sono materia per la psicologia: ma come fa questo fiume di droga a giungere sempre a destinazione malgrado l’aumento dei controlli fuori e dentro la nostra frontiera?
SUL VERSANTE INTERNO – “Ce sta come un’organizzazione economica, funziona proprio come al mercato” racconta. In che senso? “Io vado da quello ‘sopra’ a me, che se lo compra a chili, e lui me dà quello che me pò dà”. Una specie di grossista, insomma. Una figura intermedia, che acquista quantitativi rilevanti di hashish (solitamente) mediamente tagliata, e la rivende ai piccoli spacciatori. Che, magari, a loro volta la tagliano un altro po’ per guadagnarci su. Come si arriva ad uno di questi venditori all’ingrosso? Sono loro a contattare ed “assoldare” la “manovalanza“? “No è come un lavoro. Io vado, chiedo e pago, te l’ho detto, come ar mercato”. E se non paghi? “A questo je devo dei soldi. Un pò de tempo fa so’ andato ar gabbio, je dovevo anche di più, e io sò sparito”. E lui? “Quando m’ha rivisto m’ha detto che ero un infame, e che lui s’era comportato bene con me” Paura, eh? “Si, ma poi j’ho detto che ero stato ar gabbio e che se voleva rivedè i soldi me doveva aiutà, famme lavorà, e m’ha aiutato” E il debito? “Lo sto a ripagà”. Il “mercato” può contare su un’organizzazione dalla precisione svizzera, suddivisa come in un vertice aziendale classco che, man mano ci si avvicina verso l’alto, diventa per pochi eletti. E vede il ricarico sulla merce aumentare in maniera esponenziale a seconda del livello della piramide: il piccolo spacciatore può guadagnare anche il 50% di quello che vende (25 euro di merce, 25 di servizio, ad esempio), soprattutto se smercia piccole dosi al dettaglio. Lo stesso vale per chi lo rifornisce. “Anche se io preferisco vende er panetto, pe’ levammelo prima”. Altrimenti, si tagliano piccoli rettangoli dal valore (per l’utente finale ovviamente) di dieci euro (“se mettono nel forno e se allungano, così sembra più grande” precisa un altro), poi si fa il giro delle serate, delle feste, o dei posti in cui di solito si reca chi ha bisogno di fare shopping. Non solo giovani, per il mercato dell’hashish, ma anche coppie, professionisti, uomini e donne di mezza età.
SEMPRE PIU’ SU – “Si te scandalizzi pe’ quello che ha i chili, pensa quando vedi i ballettoni!” I ballettoni cosa sarebbero? “Balle, centinaia de chili de hashish, quando arrivano coi camion, so’ così” In effetti farebbe impressione vedere una cosa tanto grande “Io ‘na volta ne ho visto uno, so’ enormi!”. E quelli di chi sono? O arrivano in Italia così, e poi si smerciano? “T’ho detto, è come al mercato, arrivano e quelli grandi se li vanno a pijà, a cento chili la volta. Pagano un euro al grammo, rivendono a tre”. Cioè il triplo. E qui nessuno ci prova, a dare la colpa all’euro. Ma chiunque può andare lì e comprare centiaia di chili? Basta che hai i soldi? “Seeeh! Ma che sei scemo? Pe’ andà là devi conosce. Devi conosce per forza”. Quindi malgrado il mercato sia “libero”, nei fatti i compratori sono sempre gli stessi, quelli conosciuti che hanno a disposizione quotidianamente centiaia di migliaia di euro da adibire all’acquisto dell’hashish in entrata.
IMMIGRATI CLANDESTINI – Ma tutto questo dove accade? Dove arrivano questi camion? Saranno grossi, come fanno alla frontiera a non accorgersi di nulla? “Tutta la droga che se fuma qua, arriva a un certo quartiere a Roma est. Tutti giorni, anzi, tutte le notti” Come un fiume che non si ferma mai. “Poi ce stanno un paio de direttori de supermercati… come se pò dì?” Compiacenti, se pò di. “Esatto, che nascondono la robba sotto la merce loro. Così fai 200 balle de carta igienica e 200 chili de fumo” E ride ancora. A immaginarselo, è strano, fiumi e fiumi di droga che arrivano nascosti sotto shampoo, bagnischiuma e frutta e verdura. “A questi ovviamente je danno un sacco di soldi. E così nascondono anche la merce assieme alla loro nei depositi” E poi? “E poi vai là e te la piji”. Non è solo come, è proprio un mercato. Di droga. In piena città.