Le due donne marocchine che si ribellano a botte e insulti degli ex (e lanciano un appello)
01/04/2017 di Redazione
Essere picchiate e umiliate dai propri compagni di vita. Ma trovare il coraggio di reagire, ribellarsi, denunciare pubblicamente i soprusi subiti. È la storia di Ghis e Madia, due donne marocchine, rispettivamente di 31 e 33 anni, da 9 in Italia, madri di bimbi piccoli, che hanno deciso di mettere una pietra sul passato di botte e inulti raccontando prima alla polizia e poi all’opinione pubblica le violenze subite.
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GHIS E MADIA, DUE DONNE MAROCCHINE SI RIBELLANO ALLE VIOLENZE
Ghis e Madia, che lavorano come colf e badanti, si sono rivolte al quotidiano La Gazzetta di Mantova non solo per raccontare la loro situazione di donne tormentate dagli ex ma anche per invitare le giovani musulmane come loro, che vivono la loro stessa situazione, ad uscire allo scoperto.«Svegliatevi e denunciate, siamo in Italia», è il loro messaggio. Racconta Roberto Bo sulla Gazzetta di Mantova:
La settimana scorsa Ghis è finita al pronto soccorso (10 giorni di prognosi per calci e pugni) dopo che il suo ex aveva sfondato la porta di casa e l’aveva aggredita. A Madia, invece, l’ex ragazzo ha scagliato la bicicletta addosso in pieno centro e continua a tempestarla di telefonate.
Due episodi deprecabili, gli ultimi di una lunga serie. La classica goccia che ha provocato la reazione.
Entrambe si sono rivolte alle forze dell’ordine e ora chiederanno aiuto anche a Telefono Rosa. Hanno due figli piccoli a testa e qualcuno va già a scuola. «Temiamo anche per loro, perché i nostri due ex vanno a dire in giro cose molto spiacevoli e umilianti nei nostri confronti. Ci sentiamo osservate e giudicate solo perché abbiamo deciso di ribellarci a questa condizione inaccettabile».
Dunque, l’invito:
«Ci rivolgiamo anche a tutte le nostre connazionali che vivono una brutta realtà come la nostra e che non trovano il coraggio di denunciare chi le maltratta. A loro diciamo di svegliarsi, di combattere, di lottare, perché anche noi donne marocchine abbiamo dei diritti. Siamo in Italia da 9 anni e finalmente abbiamo capito come funziona».
(Foto da Pixabay.com)