Enrico Grillo, il nipote di Beppe vicepresidente del MoVimento 5 Stelle
14/03/2013 di Dario Ferri
Si chiama Enrico Grillo, è figlio di Andrea, ovvero il fratello di Beppe che ha preso in mano l’azienda del padre del Semplice Portavoce, e oggi il Corriere della Sera gli dedica un bel ritratto dopo la scoperta della sua carica di vicepresidente del MoVimento 5 Stelle nello Statuto:
La prima dote, unita alla disponibilità, lo ha portato spesso a rappresentare legali famosi che non potevano essere presenti in aula. «Mi faceva fare bella figura» ricorda Scopesi. Nel gennaio del 2002 gli toccò una mattina da tregenda per interposta persona. Fu Enrico a fare le veci di Carlo Taormina, impossibilitato ad essere in aula, nella sentenza di appello contro Stefano Diamante, in quegli anni diventato celebre in quanto accusato di avere ucciso la madre per non farle scoprire una laurea mai conseguita. Assolto in primo grado, Diamante scelse Taormina per il proseguimento del processo. Fu condannato a trent’anni.
Poi è cominciata la carriera vera e propria:
Enrico Grillo si mise in proprio l’anno dopo, aprendo uno studio nel centro di Genova, dove tiene in bella vista anche una collezione di armi antiche, una delle sue passioni che non sembrano collimare con quelle dello zio, come le grisaglie e i gessati che indossa. Ama le auto veloci, gira su un Suv, ha l’aria di uno che si gode la vita. «Sempre disponibile e gentile. In un ambiente pettegolo come il nostro—dice un suo collega di Genova—non ha nemici e non troverai nessuno che ne parli male». Non è un principe del foro, quello no. A spulciare le cronache locali non ci si imbatte spesso nel suo nome, sorte condivisa con il segretario di M5S, Enrico Maria Nadasi, commercialista di Beppe Grillo e genero del notaio Federico Solimena, che invece ebbe una certa notorietà ai tempi della vicenda della contessa Francesca Vacca Agusta.
L’avvocato Enrico ha cominciato ben presto a seguire Beppe Grillo nelle sue scorribande:
Nel 2005 è lui a costruire la cornice legale della campagna di Parlamento pulito, nel 2007 si occupa della stesura dei quesiti referendaria che verranno lanciati al V day. E intanto gira l’Italia, da Modena alla Val di Susa a querelare e denunciare, a difendere da denunce e querele. Diventa, nei fatti, il legale di M5S e dei suoi militanti. Non il classico attivista, non una toga di lusso, ma una persona di fiducia. Per ricoprire la carica di numero due in un movimento che di fatto non la prevede, a Beppe Grillo può anche bastare.