Parla Erica Battaglia: «Mai avuti legami di alcun tipo con Buzzi»
04/11/2015 di Marco Esposito
È stata inserita nella lista dei “nuovi” 101. Dopo quelli ormai famosi di Romano Prodi e della sua mancata elezione al Quirinale, la nuova lista di “indesiderabili” del centrosinistra riguarda coloro che fanno parte dell’elenco della relazione prefettizia su Mafia Capitale che fu consegnata ad Alfano questa estate.
Lei è Erica Battaglia, consigliera del Pd in Aula Giulio Cesare, una di quelle che – insieme ai suoi colleghi – viene definita “traditrice” da parte dei fan del Sindaco Marino sui social network. Lei non ci sta, né a sentirsi definire traditrice,né a passare per una consigliera che ha avuto a che fare con Buzzi e Carminati.
Erica Battaglia, i giornali hanno pubblicato ampi stralci della relazione prefettizia su Roma e Mafia Capitale. Il suo nome fa parte dei “nuovi” 101, l’elenco dei nomi che in qualche modo chiude la relazione. Come commenta?
Vuol dire che hanno controllato il mio operato. Miglior garanzia per me non potrebbe esserci.
Sui giornali è stato scritto anche che lei è una dipendente di una delle cooperative di Buzzi. Possibile che non le sia mai venuto un sospetto, un dubbio su quello che era in realtà il modus operandi di Buzzi? In che rapporti era con Buzzi?
Io non sono una dipendente di una delle cooperative di Buzzi. Questa è una falsità grave, come peraltro già ribadito in più e più occasioni. Sono dipendente di un Consorzio di cooperative, di cui faceva parte anche una cooperativa riconducibile a Buzzi. Come peraltro verificabile dal mio curriculum pubblicato on line. Non ho e non ho mai avuto tuttavia alcun legame lavorativo con lui, né tanto meno professionale o politico. Non ero in alcun rapporto. Dunque, non posso dire né come lavorava né altro. Buzzi è conosciuto da tutta Roma come presidente di una delle cooperative più grandi d’Italia che ha come mission l’inserimento lavorativo di persone ex detenute. Da giornalista ho trattato il tema molte volte e da Consigliere mi ci sono rapportata come con tanti altri occupandomi di politiche sociali.
Mi scusi, ma lei era anche presidente della commissione politiche sociali in Assemblea Capitolina, stiamo parlando di temi “sensibili” per quelli che erano gli interessi di Mafia Capitale. Non pensavate che alcune “assegnazioni dirette”, anche ripetute nel tempo, fossero sospette? Avete ricevuto pressioni?
Non ho ricevuto pressioni e sapevo che il Partito aveva scelto per me un ruolo difficile. Si veniva da 5 anni di Amministrazione Alemanno e in diverse occasioni su questi temi ho rappresentato l’opposizione in manifestazioni di piazza. I sospetti, no, non li ho mai avuti.
La relazione prefettizia mette in luce che in qualche modo anche questa consiliatura era stata permeata da Mafia Capitale, compreso il PD. Molti vostri militanti si chiedono come sia possibile che il PD romano non si sia accorto di quello che accadeva nel vostro stesso partito
Se una persona non è abituata a giocare sporco, lo sporco non lo riconosce. Io ero e sono sempre sta impegnata nella ricerca di soluzioni a servizio della città e dei cittadini
Il Pd e il centrosinistra sembrano a pezzi. Qualcuno sui social vi accusa di essere dei “traditori”, tra questi anche lo stesso ex sindaco. Che consiglio si sente di dare al Commissario Orfini e al Segretario Matteo Renzi in vista delle prossime amministrative?
Di non sottrarsi al confronto. Mai. Io sono dell’idea che più coinvolgiamo i nostri iscritti e i nostri elettori in questo complicato percorso di analisi del Pd di Roma, più riusciamo non solo ad essere coesi e credibili per i prossimi appuntamenti elettorali, ma anche ad essere utili alla città e al Paese.
Si sente una traditrice del sindaco Marino? Era considerata una di quelle a lui più vicine.
Sono stata un consigliere leale e anche autonomo. Non ho risparmiato critiche, ma ho votato sempre secondo le sue indicazioni. Non mi sento di averlo tradito
Dalla relazione esce una situazione veramente disastrosa per quel che riguarda anche la parte amministrativa del comune di Roma: dirigenti, dipartimenti, dipendenti. Tutti coinvolti. Bisogna azzerare tutto?
No, anzi, l’inchiesta chiarisce questo: tutti coinvolti non sono. Mi ha sorpreso piuttosto sentire lunedì al Tg un grande professionista del calibro di Mentana inciampare nel medesimo errore.