Essere padri separati nel 2014

19/03/2014 di Maghdi Abo Abia

LA TESTIMONIANZA – Per gli ermellini non basta guadagnare poco ma bisogna vivere in uno stato d’indigenza. In sostanza o si dorme per strada o si devono pagare gli alimenti. In tutto questo l’ex-moglie sosteneva che l’uomo avesse dei risparmi da parte e che non voleva pagare il mantenimento, con il cuoco che ha sfruttato anche i risparmi della sua compagna. Il Corriere del Veneto ha raccolto la testimonianza di Paolo Sgorlon che racconta la sua storia a partire dalla separazione e dalla causa in cui ha dovuto dimostrare di essere un buon genitore. Inoltre il Giudice ha previsto un mantenimento per la figlia e per la ex, una donna che lavora e che è in possesso di un contratto a tempo determinato mentre il protagonista è un impiegato di banca con uno stipendio definito «normale».

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SI ESCE DI CASA, SI FINISCE IN MENSA – Sgorlon, che si è sentito dire di farsi trasferire vicino casa per risparmiare sulle spese, ne ha approfittato per ricordare che la legge 54/2006 prevede il diritto per i genitori di passare lo stesso tempo con i figli mentre per il giudice cinque-sei giorni mensili sono giusti. Inoltre sempre la magistratura prevede, nonostante non sia specificato dalla legge, la figura del «collocatario» che non ha niente a che vedere con il concetto di condivisione ma che si becca allo stesso tempo la casa coniugale per un tempo indefinito, con il privilegio di norma assegnato alle donne. E mentre gli uomini finiscono a mangiare alle mense della Caritas, nessuno si preoccupa di loro.

LE CASE PER PAPÀ SEPARATI – Ed accade così che i padri separati si mischiano ai poveri, ai cassaintegrati, agli immigrati e fanno la fila nei centri d’accoglienza per ottenere un pasto caldo o un luogo dove dormire. Papaseparatilombardia ricorda che nell’inverno 2012 l’assessore alle politiche sociali del Comune di Roma, Sveva Belviso, incontrò tra i barboni ospitati all’ex Fiera di Roma anche uomini separati che non potevano gestire i costi di quanto stavano subendo. Per questo nella Capitale nacque il progetto «Casa per i papà separati» seguendo l’esempio di Bolzano e della Regione Liguria che, prima in Italia, ha approvato nel bilancio 2009 uno stanziamento di alcuni milioni di euro utili a sostenere le spese di case temporanee e di aiuto psicologico alle famiglie che si separano.

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I PROGETTI – La diocesi di Milano nel suo rapporto tra vecchie povertà e bisogni emergenti ha riservato un capitolo ai divorziati spiegando come molti di questi, dall’età compresa tra i 35 ed i 54 anni, siano oggi agli ultimi posti della scala sociale. E sempre a Milano ha aperto «La strada», un progetto di housing sociale nato per accogliere quattro padri separati in situazione di emergenza abitativa. E da metà 2011 in un immobile confiscato alla criminalità organizzata, in via del Mare 151, ci sono quattro stanze dotate di posto letto per i figli, tre bagni e spazi comuni come cucina, salone, zona giorno mansardata e giardino.

CASA BALLERINI – E sempre a Milano è stato inaugurato un altro spazio destinato ai padri separati. L’Aler ha fornito 40 bilocali nel quartiere Gratosoglio in affitto temporaneo per 36 mesi nuclei familiari monoparentali, ovvero padri separati con figli minori. Un progetto simile è nato a Cantù, in provincia di Como, dov’è nata la «Casa per papà separati dai figli», da un’iniziativa di don Andrea Cattaneo, presidente della Casa Ballerini, che ha voluto dare una mano ai padri separati privati della casa, degli affetti e dissanguati dagli alimenti. Anche qui sono previste stanze con letti destinati ai figli che passeranno il tempo con il loro papà, che potrà essere ospitato in uno dei sette alloggi per un anno, il tempo necessario per consentirgli di mettere da parte qualcosa e poi ripartire.

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UN EROGATORE DI ASSEGNO MENSILE – Il Giorno ha ripreso le parole di Don Andrea che spiega il progetto e cosa lo ha spinto ad interessarsi:

«Abbiamo scelto il caso con molta attenzione perché sta ad indicare la condizione diffusa di quei padri che sono impossibilitati, sia per gli attuali orientamenti restrittivi della giurisprudenza, sia per una serie di discriminazione e di violazione di legge, a svolgere il loro ruolo educativo. Nella realtà attuale il padre è spesso relegato al ruolo d’erogatore di un assegno mensile o a quello di genitore del tempo libero, dello svago, in una condizione sostanzialmente marginale e secondaria rispetto la madre, con tanti saluti ai principi dell’eguaglianza stabilita dalla Costituzione […] Nella separazione non ci siano genitori di serie A e di serie B – conclude don Andrea – ma occorre sviluppare un rapporto di collaborazione e di dialogo fra i genitori separati in funzione dell’interesse dei figli».

2000 SUICIDI ALL’ANNO IN EUROPA – Tra cause di migliaia di euro, tra consulenze di parte, decisione dei tribunali e rapporti conflittuali con donne che accusano i loro ex compagni di picchiare i figli o d’influenzarli negativamente nei loro confronti, i padri separati si sentono come dimenticati dal mondo e privati della tutela giudiziaria che, a loro dire, dovrebbe rispettare quanto previsto dalla legge. E per moltissimi di loro sarà una nuova festa del Papà senza il calore di un abbraccio o una sensazione di pace familiare. E non si tratta purtroppo di un problema solo italiano, visto che nel 2011 sono stati registrati in Europa 2000 suicidi di padri separati, per una media di tre al giorno. Un numero importante che conferma la violenza psicologica che subiscono questi uomini. (Photocredit Laprtesse)

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