Expo-gate: gli affari bipartisan nelle carte dell’inchiesta
09/05/2014 di Redazione
Per il capo dell’Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone sembra «ancora presto per parlare di una nuova Tangentopoli», a oltre venti anni di distanza dallo scandalo di Mani Pulite. Eppure la cupola bipartisan di manager, imprenditori e politici che si spartiva gli appalti dell’Expo 2015 (oltre a quelli della Città della Salute e non solo) emersa a meno di un anno dall’inizio della kermesse, rischia di travolgere i palazzi romani. Dopo il terremoto giudiziario in salsa bipartisan, con il malaffare emerso nella gestione del sistema dei lavori pubblici in Lombardia, il MoVimento 5 Stelle alla Camera ha già chiesto al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi di riferire in aula. I parlamentari grillini hanno chiesto all’esponente del Nuovo centrodestra, competente sulla gestione degli appalti dell’esposizione universale, di chiarire le dinamiche di una vicenda che torna a sconvolgere Milano e la Lombardia, proprio come nel passato. Ma non solo: a rischio, come ha spiegato Repubblica Milano, è la stessa kermesse, considerati i lavori già in ritardo. Come ha rivelato il sindaco milanese Giuliano Pisapia, il commissario unico dell’evento e amministratore delegato della società di gestione, Giuseppe Sala, aveva pensato di dimettersi dopo gli arresti di ieri. Il governatore lombardo Maroni ha però confermato la fiducia al commissario.
EXPO-GATE: LA CUPOLA E LE CARTE DELL’INCHIESTA – Dalle carte dell’inchiesta e dalle intercettazioni è emerso un sistema di corruzione nel segno delle larghe intese. Con nomi già coinvolti nello scandalo di Mani Pulite. E intermediari in grado di raggiungere ogni schieramento politico. Dal vecchio funzionario del Pci/Pds, il “Compagno G” Primo Greganti, a Gianstefano Frigerio, ex segretario regionale della Dc ed ex parlamentare di Forza Italia, entrambi finiti in manette. Figure principali che riuscivano a condizionare gli appalti, grazie alle promesse di avanzamenti di carriera a manager pubblici e alle protezioni politiche, Per poi pilotare le gare a favore di imprenditori che pagavano tangenti. Con Greganti e Frigerio sono stati arrestati anche Angelo Paris, direttore pianificazione acquisti della Expo 2015, l’ex parlamentare Luigi Grillo (Pdl), l’intermediario Sergio Cattozzo (ex segretario Udc in Liguria) e l’imprenditore Enrico Maltauro. Ai domiciliari è finito invece Antonio Rognoni, ex direttore di Infrastrutture Lombarde. Nelle carte dell’inchiesta figurano anche i nomi di Silvio Berlusconi, Cesare Previti e Gianni Letta, che non risultano comunque indagati. E non solo. Non mancano i nuovi particolari inquietanti. Compreso un video che mostra la consegna di una mazzetta tra i già citati Maltauro e Cattozzo. L’intercettazione, distribuita dalla Procura di Milano, si riferisce a un incontro che risale al 17 aprile scorso, in corso Sempione, a Milano. «Io ho questi, sono 15mila», spiega l’imprenditore nell’intercettazione trascritta dagli investigatori. Per poi tirare fuori una bustarella e consegnarla all’intermediario, ex politico: «Ora scappo via, faccia quello che deve fare», spiega.
Come ha spiegato il quotidiano “La Repubblica”, soldi e affari non hanno colore politico né età. E l’ex segretario della Dc Gian Stefano Frigerio, considerato – nonostante i 74 anni – il «capo» dell’associazione, invitava a «restare svegli», per evitare quanto successo con il San Raffaele. Frigerio è un uomo del vecchio corso, dal passato politico pieno di ombre, ribattezzato il “Professore”. Greganti e Luigi Grillo parlavano di meno. A Milano era il circolo culturale “Tommaso Moro di Frigerio” ad essere usato come quartier generale della cupola. Spiega il quotidiano diretto da Ezio Mauro:
«Greganti e Grillo sono gli organizzatori incaricati dell’attività di racconto con il mondo politico. Più navigati, più abili di Frigerio, sono stati agganciati dagli uomini della sezione do Pg della Gdf della procura e della Dia e anche dentro la Onlus parlano peno del professore della mazzetta»
Nei confronti di questo sodalizio, piena disponibilità era offerta da Angelo Paris, secondo gli investigatori, «totalmente sottomesso ai voleri dell’associazione». Intercettato, spiegava: «Io vi dò tutti gli appalti che volete se favorite la mia carriera», mentre parlava con alcuni componenti dell’associazione a delinquere. Grazie alla sua sottomissione la stessa associazione criminale veniva a conoscenza in anticipo delle decisioni riguardanti Expo 2015, come ha spiegato il Corriere della Sera. Operativa «da un anno e mezzo o due», secondo la Procura di Milano, la cupola avrebbe condizionato o tentato di condizionare almeno da metà del 2013 alcuni appalti dell’Expo, tra cui la gara per «l’affidamento per le architetture di servizi», che sarebbe stata pilotata a favore dello stesso imprenditore vicentino Enrico Maltauro. Lo stesso che, secondo i pm, avrebbe versato «30-40mila euro al mese» in contanti o come fatturazione di consulenze alla «cupola degli appalti». Paris lo scorso 3 febbraio avrebbe partecipato ad una «cena» ad Arcore dal leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, secondo quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Milano Fabio Antezza. Sarebbe stato il consigliere regionale Fabrizio Sala a invitare, su indicazione di Frigerio, Angelo Paris all’incontro ristretto organizzato ad Arcore», hanno spiegato i pm. Una cena alla quale avrebbero dovuto partecipare anche «una trentina di amministratori ed imprenditori».
CUPOLA BIPARTISAN – Se a coltivare i contatti con il centrodestra ci pensavano Luigi Grillo e Frigerio, il “Compagno G” pensava ai collegamenti con il mondo del centrosinistra. Nelle carte non mancano i politici citati. Oltre allo stesso Berlusconi. anche il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, citato 33 volte nell’ordinanza («Con Grillo si vedono spesso» ), oltre a Cesare Previti. Con lo stesso Luigi Grillo che telefona all’ex senatore di Fi per «fare il punto sul pressing a favore di Nucci». Dai settentenni Previti è considerato una sorte di asso nella manica, come ha spiegato Repubblica. Viene citato anche Roberto Maroni, governatore lombardo. Per i pm Frigerio avrebbe insistito su di lui per Paris, ma l’esponente leghista ha negato di aver mai parlato con lo stesso Frigerio. Allo stesso modo l’ex segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha bollato come “illazioni insensate” le dichiarazioni di due arrestati, che hanno spiegato come l’esponente democratico sia stato sentito su alcune nomine. Anche con il governatore ligure Claudio Burlando il “Compagno G” Greganti sembra avere un canale privilegiato, secondo il quotidiano diretto da Ezio Mauro. Così come con Giovanni Battista, tesoriere del Pd ligure.
MAZZETTE – Per quanto riguarda le aziende, come ha riportato il Fatto, quelle da far trionfare «sono la Maltauro, e, per par condicio, le cooperative protette da Greganti». Così, per pilotare la gara di “Architetture e servizi”, Maltauro e Greganti si sono attivati con commissari amici. La gara turbata sarà poi vinta dallo stesso Maltauro e da Cefla Coop. In cambio, una mazzetta da 600mila euro che Grillo, Frigerio e Cattozzo si dividevano in parti eguali. Tra gli obiettivi c’è poi la Sogin, la società del ministro dell’Economia che smaltisce i rifiuti nucleari delle centrali italiane smantellate e che gestisce appalti importanti:
«Tra questi quelli dei siti nucleari di Saluggia e di Trino Vercellese. Il primo, del valore di 98 milioni di euro, viene vinto da Saipem e Maltauro grazie alle manovre di Frigerio, Grillo e Greganti. […] L’appalto di Trino Vercellese è ancora più grosso: una bonifica da 240 milioni di euro da far vincere a Maltauro e a una cooperativa appoggiata da Greganti»
IL CANALE IN VATICANO – Ma oltre ai canali a destra e sinistra la cupola gode anche di un terzo canale. Quello «legato al Vaticano», come spiega Frigerio: «Abbiamo amici il ministro delle Finanze che è il cardinale Giuseppe Versaldi e anche il segretario di Stato», spiega. Un nome che, come chiarisce il Fatto, emerge da un giro di telefonate tra gli indagati, che si erano attivati per portare il manager Stefano Cetti ai vertici della società A2A.
GLI INTERROGATORI DA LUNEDÌ – Nuovi dettagli dell’affaire Expo potrebbero emergere da lunedì, con l’inizio degli interrogatori.Intanto, con un’intervista al Messaggero, Raffaele Cantone ha spiegato di non essere sorpreso dal coinvolgimento dei vecchi nomi della stagione di Mani Pulite:
«Nei fenomeni corruttivi la recidiva è abbastanza frequente. Le indagini mi sembrano ancora a macchia di leopardo e il fenomeno non così diffuso come nel ’92. Da allora, però, si è persa un’occasione per prevenire e sterilizzare la corruzione, sul piano penale e di prevenzione. Anzi, in molti casi si è fatto il contrario di ciò che era necessario» .
Cantone ha anche ricordato come siano state indebolite le norme sul falso in bilancio e sulla prescrizione: «Senza contare che ancora manca una seria riforma del finanziamento ai partiti, che passi attraverso la possibilità di un controllo dei bilanci trasparenti e comprensibili anche all’opinione pubblica», ha concluso il capo dell’Autorità Anticorruzione.