Fascisti contro Partigiani, 2012 edition

02/05/2012 di Maghdi Abo Abia

PER LA VERITA’ STORICA – Il secondo cartello avrebbe anche potuto aspettare, visto che l’Anpi ritene tutt’ora necessario, ancorché giusto, controbattere all’iniziativa dell’U.N.C. R.S.I.

Egregio Signor Sindaco. Si è molto parlato nelle scorse settimane – non solo sulla stampa locale – della nuova targa recante immagini di Mussolini e della Petacci che i reduci della repubblica di Salò Le hanno chiesto il permesso d’affiggere sul muretto di Villa Belmonte, ottenendo il Suo assenso.

Mezzegra non solo fu teatro degli avvenimenti conclusivi della Resistenza al nazi-fascismo, ma ha pure dato un doloroso contributo di sangue alla Lotta di Liberazione, con la vita di tre giovani concittadini caduti nella Battaglia di Lenno. Vogliamo perciò pensare che Sindaco e Giunta Comunale abbiano concesso il permesso non già come un atto d’omaggio alla memoria di un dittatore guerrafondaio, artefice di vergognose leggi razziali e causa di tanti lutti per il nostro Paese, né per ingraziarsi i suoi tristi e patetici epigoni, ma solo per un’operazione di verità storica.

Anche noi siamo sempre e comunque per la verità storica. Ed è sicuramente un contributo alla verità storica ricordare – grazie alla foto della Petacci – che il Duce del Fascismo, dopo aver trascinato l’Italia nell’orrore della guerra, in quei giorni dell’aprile 1945 stava vergognosamente cercando di fuggire all’estero, abbandonando il Paese al suo destino (ma trafugando oro e denaro), e abbandonando pure la sua famiglia (ma portando con sé la giovane amante). Le due foto illuminano più di molte parole la statura morale dell’uomo-Mussolini.

INIZIATIVA PERSONALE – Ma chi si cela dietro questa iniziativa? Perché bisognerebbe indignarsi tanto? Lo abbiamo chiesto a Gianni Rebaudengo, Presidente del Raggruppamento Nazionale Combattentie Reduci RSI, giornalista dal 1950. Dapprima ha voluto subito fare un distinguo rispetto all’Unione Nazionale Combattenti della Repubblica Sociale Italiana: “siamo vicini di casa, ormai la separazione è avvenuta sei anni fa”, ed ha sottolineato come “si tratta di un’iniziativa personale non legata all’attività dei gruppi dei reduci dell’Rsi”.

IL RICORDO A PREDAPPIO – Continua Rebaudengo: “Noi non possiamo entrare nel merito di una singola iniziativa. Noi cerchiamo sempre di ricordare i nostri morti, così come abbiamo fatto con le spoglie del nostro primo caduto, Benito Mussolini, ricordato a Predappio, dov’è sepolto. Il nostro 29 aprile lo si passa nei cimiteri e negli ossari con migliaia di reduci, soldati riconosciuti a livello internazionale che hanno combattuto per la Repubblica Sociale Italiana”.

Share this article