Federico Aldrovandi, gli agenti pagheranno risarcimenti più bassi
07/01/2016 di Redazione
Federico Aldrovandi, uno sconto sul risarcimento che gli agenti di polizia devono allo Stato: soccombente in giudizio, il contribuente ha risarcito – in luogo degli agenti che materialmente erano lì quella sera – la famiglia del ragazzo ucciso a Ferrara il 25 settembre 2005, e la legge prevede che lo stato possa poi, successivamente, rivalersi sugli agenti stessi. La Corte dei Conti di Roma, in sede di appello, ha ridotto moltissimo l’entità di questi risarcimenti.
FEDERICO ALDROVANDI, GLI AGENTI PAGHERANNO RISARCIMENTI PIÙ BASSI
Il tutto grazie ad una legge del 2005, in vigore al momento degli avvenimenti, e poi abrogata. Repubblica ci spiega.
La sezione d’appello della Corte dei Conti ha ulteriormente ridotto l’entità del risarcimento che dovranno pagare allo stato i quattro poliziotti condannati per la morte di Federico Aldrovandi. A fronte di una richiesta, in prima istanza di 467mila euro a testa, se la caveranno con cifre da 16mila a 67mila euro, da versare entro 60 giorni. Si tratta della rivalsa dello Stato per il risarcimento pagato alla famiglia Aldrovandi. Con la sentenza di primo grado la Corte dei Conti aveva ridotto, a marzo, l’entità del risarcimento al 30%, imponendo di pagare 224mila a Enzo Pontani e Luca Pollastri e circa 56mila a Monica Segatto e Paolo Forlani. Adesso la sezione di appello ha accolto la richiesta dei legali, secondo cui una norma in vigore nel 2005 prevede un indulto, corrispondente ad un’ulteriore riduzione del risarcimento, per circostanze di questo tipo
LEGGI ANCHE: Federico Aldrovandi, la prima sentenza: gli agenti restituiranno allo Stato 500mila euro
La madre di Federico, Patrizia Moretti, twitta: “Cosa penso non ve lo dico”. Poi aggiunge: “Si tratta comunque di un fatto storico”.
https://t.co/y5Xnvxv2EI i condannati sono tornati al lavoro e nemmeno pagano il risarcimento. Cosa penso non ve lo dico.
— patrizia moretti (@MorettiPatri) 6 Gennaio 2016
Adesso dico che l’indulto gli ha ridotto le pene. Ma la Corte li ha condannati con il massimo che poteva dare.È un grande precedente storico
— patrizia moretti (@MorettiPatri) 7 Gennaio 2016