Femminicidio, la strage continua ancora: almeno 19 vittime da inizio 2017
13/04/2017 di Donato De Sena
Quello di stamattina a Camisano Vicentino, dove un uomo ha ucciso sua moglie a colpi di coltello, è solo l’ultimo di una lunga serie di casi di femminicidio che si sono verificati da inizio anno. Anche nel 2017 insomma continua la strage di donne vittime dei loro compagni o ex compagni di vita. La media è allarmante: 19 morti in poco più di tre mesi, ciò significa che ogni tre giorni una donna perde la vita per mano del suo uomo.
FEMMINICIDIO, ALMENO 19 VITTIME DA INIZIO 2017
«Un altro femminicidio, un’altra vittima della violenza del proprio compagno. Sono sconvolgenti i dati che giungono dalle notizie di cronaca nera: gli omicidi sulle donne sono già 20 nel 2017 e sono stati oltre 70 nello scorso anno», ha dichiarato oggi la deputata vicentina del Partito Democratico Daniela Sbrollini commentando la tragedia. «Quest’anno alla Camera dei deputati – ha osservato l’onorevole Dem – abbiamo approvato all’unanimità una nuova legge che ha l’obiettivo di offrire agli orfani per reati domestici più tutele mediche, legali ed economiche. Chi viene rinviato a giudizio per omicidio non ha più diritto alla pensione di reversibilità, quella pensione con questo provvedimento sarà invece destinata ai figli della vittima. Inoltre Il fondo per le vittime di mafia, usura e reati intenzionali violenti viene loro esteso con una apposita dotazione aggiuntiva di 2 milioni di euro all’anno per borse di studio e reinserimento lavorativo. Ai figli delle vittime è assicurata assistenza medico-psicologica gratuita fino al pieno recupero psicologico ed è attribuita la quota di riserva prevista per l’assunzione di categorie protette. Se il cognome è quello del genitore condannato in via definitiva, il figlio può chiedere di cambiarlo. Oltre a questi provvedimenti che però hanno efficacia solamente dopo che il dramma è accaduto serve ora investire su un piano che prevenga queste tragedie, per l’isolamento dei violenti, per l’assistenza psicologica per le donne, per le coppie e per i minori coinvolti». Per Sbrollini «serve immediatamente potenziare le dotazioni per i servizi di assistenza psicologica sul territorio per consentire alle aziende sociosanitarie locali di occuparsi pienamente di queste giovani vittime e per assicurare loro, per quanto possibile, un’esistenza serena e dignitosa».
Il senatore dell’Udc Antonio De Poli parla invece di «almeno 19 casi di donne uccise per mano di un uomo» da inizio 2017. «La situazione – afferma – resta allarmante visto che la media è di una donna uccisa ogni tre giorni circa. La politica e le istituzioni non abbassino la guardia: la scuola è il luogo privilegiato dove si può intervenire con misure di prevenzione; nei media bisogna agire con una campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne e, infine, rafforzare il sostegno ai Centri antiviolenza che sono lo strumento più utile in questo senso. A dirlo sono i numeri: solo il 4% delle vittime trova il coraggio di denunciare i propri carnefici. Molte non sanno neppure che esistono centri a cui chiedere aiuto, o dove trovarli, proprio perché questi non hanno fondi per farsi pubblicità».
FEMMINICIDIO, COME CHIEDE AIUTO: IL NUMERO ANTIVIOLENZA 1522
Un modo semplice e utile per chiedere aiuto è chiamare il Telefono Rosa. «Ogni volta che in televisione passa uno spot sul telefono nazionale antiviolenza (il numero è 1522) – ha detto De Poli – arrivano centinaia di chiamate e di denunce. Bisogna fare di più anche per rendere più visibile la lotta contro la violenza di genere». Il 1522 è un numero di pubblica utilità, promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio, che offre un servizio di accoglienza telefonica multilingue e attivo 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno. Il numero è rivolto alle vittime di ogni forma di violenza con lo scopo di estendere e rafforzare la capacità di accoglienza e di sostegno nei confronti delle vittime di violenza di genere e stalking. Tra gli obiettivi del 1522 anche quello di indirizzare la richiesta di aiuto ai servizi specializzati presenti sul territorio e attivare procedure di contatto e collaborazione con le forze dell’ordine.
FEMMINICIDIO, ALCUNI CASI RECENTI
L’ultimo caso di femminicidio di era verificato pochi giorni fa, il 7 aprile, quando a Pietra Ligure, in provincia di Savona, una ragazza 21enne è stata uccisa a coltellate dall’ex fidanzato di 21 anni. Ancora qualche giorno prima, il 3 aprile, a Caltagirone, in provincia di Catania, un 53enne è stata accoltellata dal suo convivente. Il 29 marzo, invece, nel Casertano, a Santa Maria Capua Vetere, si è verificato un omicidio-suicidio: una donna di 77 anni è stata massacrata a letto dal marito, che si è poi gettato dal balcone. Il giorno prima in provincia di Torino, a Pinerolo, un 64enne ha ucciso in casa, a coltellate, la moglie di 52 anni. È stato lui stesso poi a chiamare i carabinieri per confessare il gesto. Il 17 marzo, nel Viterbese, a Orte, sono stati trovati all’interno di un’auto i corpi senza vita di un ragazzo e una ragazza di 27 anni: lui avrebbe sparato alla ex per poi togliersi la vita. Altro omicidio-suicidio il 4 marzo in un appartamento di Firenze, dove un uomo ha ucciso moglie e figlia a colpi di fucile, per poi rivolgere l’arma contro se stesso per togliersi la vita. Il 2 marzo, invece, tragedia a Iglesias: dopo una lite per gelosia un 46enne ha accoltellato la compagna. Il 15 febbraio, infine, in un appartamento a La Spezia, un uomo ha ucciso la moglie dopo una lite per poi consegnarsi alle forze dell’ordine.
(Foto di una manifestazione contro la violenza sulle donne. Credit immagine: ANSA / ANGELO CARCONI)