Firme false M5S a Palermo: Le Iene svelano le mail dei deputati avvisati sul caso

Firme false M5S a Palermo capitolo secondo. Le Iene tornano sulla vicenda con una nuova inchiesta di Filippo Roma sulle presunte irregolarità alle elezioni amministrative del 2012. E stavolta, con il servizio che andrà in onda stasera, le conseguenze potrebbero esser serie. Dopo la messa in onda dei primi due video la redazione è stata contattata da un ex candidato 5 stelle entrando così in possesso di documenti del tutto inediti che stasera saranno mostrati per la prima volta. Si tratterebbe di mail scambiate tra i deputati nazionali e regionali del M5S nei giorni precedenti alle comunali. Questo carteggio – spiegano dal programma – proverebbe chi è coinvolto e chi sapeva delle presunte irregolarità durante la raccolta delle firme.

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La Procura di Palermo, che ha aperto un’indagine sul caso, ha delegato alla Digos l’acquisizione sia dell’elenco con le firme necessarie per la lista, prodotto all’Ufficio elettorale del Comune, sia di quello con le sottoscrizioni a sostegno della candidatura a sindaco di Riccardo Nuti, attualmente deputato nazionale del Movimento. Non solo. La polizia avrebbe già preso i documenti indicati dai magistrati. L’inchiesta è seguita dal procuratore aggiunto Dino Petralia e dalla pm Claudia Ferrari. Precedentemente, tramite un esposto anonimo inviato in Procura il 10 febbraio 2013, venne aperto un fascicolo cosiddetto di atti non costituenti reato che fu poi archiviato dal pm. Ora però si cerca di fare chiarezza e nel quartier generale della Casaleggio Associati ci sarebbe un certo fermento.

‘EXIT STRATEGY PROPOSTA MA POI RIFIUTATA AI DEPUTATI NUTI E MANNINO

Il terremoto in casa 5 stelle è ben descritto dall’Adnkronos. Dai vertici M5S sarebbe partita l’idea di una exit strategy opzione però fallita. Cosa prevedeva l’estrema soluzione? Un passo indietro o meglio una autosospensione della deputata Claudia Mannino e del collega Riccardo Nuti. A quanto pare però le persone interessate avrebbero categoricamente rifiutato l’opzione decidendo invece di sporgere querela. «Quando Luigi (Di Maio, ndr) ha ricevuto la mail da un indirizzo anonimo non verificato e non verificabile immediatamente dopo ha trasferito tutte le carte ai carabinieri per i dovuti riscontri che dovevano essere fatti. Questo lo facciamo con tutte le segnalazioni che arrivano anonime o meno», ha garantito all’AdnKronos il deputato del M5S all’Assemblea regionale siciliana, Giancarlo Cancelleri. «Abbiamo ricevuto la mail in concomitanza con il servizio de Le Iene – aggiunge -. All’indomani è partito un ragionamento interno al Movimento e ancora prima della seconda puntata il post di Grillo aveva chiarito la nostra posizione». Ora però la casa pentastellata trema. A farne le spese, per ora, è solo Samanta Busalacchi, attivista locale un tempo papabile candidata sindaco nelle elezioni 2017 al Comune di Palermo. “Un tempo” appunto, perché ora l’intero meet up è in subbuglio. Davanti a quello che verrà proposto stasera da Le Iene non si escludono sanzioni più pesanti per le persone direttamente coinvolte nella vicenda. Deputati, consiglieri, attivisti. Nessuno escluso.

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