Firme false Palermo, i deputati 5 stelle attaccano le indagini: «Hanno manovrato l’inchiesta»

15/12/2016 di Redazione

Non parlarono davanti ai pm e ora passano al contrattacco. I tre deputati 5 stelle indagati per le firme false a Palermo – Riccardo Nuti, Claudia Mannino e Giulia Di Vita – si rivolgono con un esposto agli stessi magistrati denunciando che le accuse contro di loro, fatte dalla deputata «pentita» Claudia La Rocca, sarebbero state manovrate. Parlano di un possibile condizionamento del pm Dino Petralia. Da parte di chi?

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L’ESPOSTO DEI 5 STELLE SUL LEGALE FORELLO E IL PROCURATORE AGGIUNTO

Riporta Repubblica Palermo:

Chiamano in causa l’altra anima del movimento, l’avvocato Ugo Forello, il fondatore di Addiopizzo che è in corsa per fare il sindaco di Palermo. Un’accusa pesante, quella di aver cercato di «manovrare l’inchiesta», ribadita in un esposto all’Ordine degli avvocati. Allegate alla denuncia, una mail con cui Forello spiegava a un’attivista (Francesco Lupo, fratello della deputata Loredana) di essere disponibile a mediare con il procuratore aggiunto incaricato dell’inchiesta, Dino Petralia, per una possibile collaborazione degli indagati. Loro, gli attivisti sotto inchiesta, avanzano il sospetto di un possibile condizionamento del pm, puntano al trasferimento dell’indagine a Caltanissetta: «Un primo punto che appare inquietante – scrivono – è quello in cui lo stesso avvocato Forello dichiara testualmente “ieri ho incontrato il procuratore aggiunto che si occuperà delle indagini” per, poi, proseguire dicendo “è una persona che conosco molto bene e con cui ho collaborato per diverse situazioni delicate”». «Millanterie», la replica della Procura.

Gli esposti sono stati firmati dal legale Domenico Monteleone del foro di Roma. Negli atti si chiede di accertare i rapporti tra l’avvocato Ugo Forello e il procuratore aggiunto. La Rocca ieri, in un lungo post su Facebook, ha replicato alle accuse degli ex compagni: «Cosa ci sia di sbagliato in un avvocato che consiglia a diversi soggetti tirati in ballo nei servizi sulle firme false, di scegliere un’eventuale collaborazione con la magistratura, specificandone lo scrupolo e attenzione nel lavoro, non è dato saperlo. Eppure viene disegnato quasi come un peccato mortale. In tutto questo, fra le righe, anche la mia facoltà di intendere e di volere viene messa in dubbio, visto che sono stata dipinta come una ‘pentita manovrata’, quando di fatto ogni mia scelta è stata fatta in autonomia. Strano che chi sceglie di collaborare con la giustizia, parlando prima di tutto del proprio coinvolgimento, venga dipinto come irretito da chissà quale inverosimile complotto. Ho raccontato al pm solo ciò che effettivamente ricordavo con estrema onestà intellettuale, non una parola di più né una in meno. Le carte lo dimostreranno. Attendo con fiducia l’esito delle indagini, voglio continuare a credere nella magistratura».

IL GRUPPO PARALLELO AL GRILLO DI PALERMO

Volano stracci legali ma anche digitali. Mentre l’iniziativa M5S «Open Grillo», prevista per sabato, non riscuote la partecipazione sperata un candidato alle Comunarie, William Anselmo ha creato un gruppo su Facebook definendolo ufficiale come il Grillo di Palermo. Riporta sempre Repubblica:

Un assalto a viso scoperto al nome e al simbolo della roccaforte dell’indagato e sospeso Riccardo Nuti. Il gruppo, in serata, aveva già un’ottantina di membri fra i quali un altro concorrente di peso alle selezioni per le amministrative di Palermo, il poliziotto Igor Gelarda. Da Anselmo e da Gelarda arrivano critiche pesanti al gruppo storico di M5S che ha come riferimento Nuti ma anche la richiesta di intervento da parte di Beppe Grillo: «La mancanza di una posizione chiara e netta da parte del movimento e del garante Grillo in merito allo scandalo delle firme false ha lasciato indagati e sospesi liberi di continuare a spadroneggiare a Palermo», scrive Anselmo. Gelarda non usa mezzi termini:«Grillo intervenga su Palermo, dove continua a la deriva anarchica e farsesca di M5S». Il leader del sindacato Consap ricorda lo «scontro in atto con oscuramento di forum e di altri canali social». Il riferimento è alla decisione di Mauro Giulivi, compagno della deputata Chiara Di Benedetto, di spegnere il forum di M5S.  Provvedimento preso in seguito alla decisione da parte di Adriano Varrica, attivista storico vicino al deputato Giampiero Trizzino, di ammettere al forum una sessantina di militanti da tempo in lista d’attesa, fra i quali nemici giurati di Riccardo Nuti quali Vincenzo Pintagro e Daniele Romano.

(in copertina foto ANSA/ GIUSEPPE LAMI)

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