L’accusa a Forza Nuova: «Picchiavano i bengalesi perché non reagiscono»
15/01/2016 di Redazione
Almeno cinquanta pestaggi tra 2012 e 2013 contro la comunità bengalese di Roma: veri e propri raid organizzati a tavolino in una sezione di Forza Nuova, formazione politica di estrema destra, per «combattere l’immigrazione e scaricare i nervi e la tensione». Le vittime venivano scelte in maniera tutt’altro che casuale: i cittadini del Bangladesh non denunciano e non reagiscono, e allora giù botte con la certezza quasi assoluta che non sarebbero mai stati scoperti. Le cose sono fortunatamente andate diversamente: il bilancio parla di tredici indagati, tra cui anche giovanissimi, per incitamento alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, minaccia, lesioni, detenzione di armi da sparo, a ciò si aggiungono le perquisizioni oltre che nella Capitale anche a Chieti e Ferrara. La storia è raccontata oggi su Il Messaggero.
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Sul quotidiano romano leggiamo che:
Gli indagati […] sono «accomunati da una vocazione ideologica di estrema destra nazionalsocialista» caratterizzata «dal propugnare sia le tesi negazioniste dell’Olocausto sia quella della superiorità della razza bianca». Tesi che venivano propagandate soprattutto attraverso profili Facebook, come quello aperto con lo pseudonimo Barzum. È sulla rete che i minorenni «venivano avvicinati all’ideologia estremista, xenofoba e razzista, e reclutati quali picchiatori» di immigrati. I quattro presunti capi del gruppo avrebbero istigato i frequentatori della sede di Forza Nuova di via Lidia, all’Appio Latino, a commettere vari atti razzisti: cori inneggianti alla superiorità della razza bianca, striscioni negazionisti (tipo «Andiamo per cantine con lo zyklon b») e, appunto, aggressioni nei confronti dei cittadini del Bangladesh.
Sulle quali leggiamo
Pestaggi definiti dai protagonisti «terapeutici», nei confronti di vittime perfette»: perché l’immigrato bengalese «non reagisce e non denuncia». Un modo per «scaricare i nervi e la tensione».
Photocredit copertina ANSA