Francesco Laforgia capogruppo dei Democratici e Progressisti alla Camera
28/02/2017 di Andrea Mollica
Francesco Laforgia è stato eletto all’unanimità dal gruppo parlamentare del movimento dei Democratici e Progressisti che si è costituito oggi alla Camera dei Deputati. Il numero dei componenti questa nuova formazione sono 37, che si sommano ai 14 del nuovo gruppo del Senato della Repubblica, che sarà guidato da Maria Cecilia Guerra. 20 arrivano dal Partito Democratico, mentre altri 17 escono dal gruppo di Sel-Sinistra Italiana. Alcuni di quest’ultimi, come Alfredo D’Attorre, erano stati eletti nel Partito Democratico, ma avevano abbandonato il gruppo in dissenso dalle scelte di Matteo Renzi. Il nuovo presidente del gruppo dei deputati è il milanese Francesco Laforgia. Eletto per la prima volta in Parlamento nel 2013, Laforgia era stato responsabile economico nella segreteria regionale di Maurizio Martina nei DS lombardi. Vicino all’assessore Pierfrancesco Majorino nel PD milanese, Laforgia è uno dei 38 deputati che non aveva votato la fiducia posta dal Governo sulla legge elettorale, chiamata Italicum. Diversi tra questi sono poi usciti dal PD. Francesco Laforgia sarà assistito dal vicecapogruppo vicario Ciccio Ferrara, ex esponente di Sel. Gli altri vicecapogruppo sono Delia Murer e Lara Ricciatti, mentre il tesoriere di Mdp è Danilo Leva, deputato pugliese notoriamente vicino a Massimo D’Alema. L’indicazione di Francesco Laforgia indica come Roberto Speranza si occuperà nei prossimi mesi della costituzione del nuovo partito di centrosinistra nato dopo la scissione. L’ex capogruppo del Partito Democratico, dimessosi quando Matteo Renzi aveva posto la questione di fiducia sull’Italicum, dovrebbe diventare il nuovo segretario del Movimento dei democratici e progressisti, mentre il presidente sarà probabilmente Enrico Rossi. Nessun ruolo formale per i due padri nobili della nuova formazione di sinistra, Massimo D’Alema e Pierluigi Bersani, che in questi ultimi giorni si sono limitati a rispondere alle polemiche contro di loro lanciate da Matteo Renzi. Difficile per il momento stabilire la consistenza della nuova formazione politica, nei sondaggi valutata tra il 3-4% e perfino oltre il 10%. A sinistra del PD c’è un importante spazio politico, ma il M5S attrae larga parte del voto di protesta, anche progressista, e la frammentazione di quest’area rende difficile creare progetti con un marcato rilievo politico.