“Non chiamatemi prostituto, sono un escort gay”

LE STORIE – Un mondo, quello di Jeremy, Medhi e Alexander (nomi fittizi, ovviamente), nasce nei locali gay la sera o, più di frequente, sugli appositi portali online di appuntamenti omosex: così hainiziato Medhi. “Ho riflettuto moltissimo prima di iscrivermi al sito. Poi ho deciso, ho messo i miei dati e le mie coordinate, e ho aspettato che due clienti seri mi contattassero. E ho fissato l’appuntamento“. Per Medhi, tutto questo, è e deve rimanere un segreto: “La mia famiglia non lo sa e non lo saprà mai. Non è vergogna, quella che provo: semmai un po’ di disgusto”. Insomma, per Medhi la sua doppia vita non è fonte di serenità come la è quella del suo collega Alexandre: “E’ stato un ragazzo di 19 anni a trovare il mio indirizzo MSN su un sito di incontri gay, e mi ha proposto di essere pagato per qualche dolcezza. Ho accettato e ci siamo incontrati. Ormai sono due anni che esercito, e dopo la prima volta, mi sono detto che avrei potuto innalzare sia le tariffe, che il numero dei clienti. Il mio metodo è infallibile”, ci spiega il bisessuale parigino di 19 anni: “Chiedo ai clienti quanto sarebbero disposti a pagare, aggiungo il 50% e chiedo quella cifra”.

DOPPIA VITA – Certo, quando entri nel giro la tua vita diventa un po’ più difficile: “Ho un accordo con un gestore di un bar gay. Se faccio bere un po’ i miei clienti, poi lui mi mette a disposizione un’appartamento privato per gli incontri”, spiega Jeremy. “Però poi i clienti mi abbordano anche quando sono li per fatti miei, o con amici, solamente per bere qualcosa”. Quali i clienti tipici di questo mondo? Sono tre: “C’è l’uomo sposato, che ha scoperto tardivamente la sua omosessualità, o che ha a volte solo bisogno di parlare; poi c’è l’uomo attivo e superindaffarato, che quando è di passaggio a Parigi vuole tirare un colpo veloce ad un bel ragazzo; e poi c’è il ragazzo di 25 anni che ha avuto un colpo di fulmine e vuole passare una bella notte con me”. Comunque, soprattutto per Alexandre, che è il più coinvolto in questa dinamica, tutto questo un giorno avrà una fine: “Quando troverò un lavoro stabile, smetterò. E’ solo un periodo della mia vita: più avanti, mi guarderò indietro ridendo della mia stupidità”.

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