Gabrielli: «Roma non ha due sindaci, non c’è nessuna diarchia»
31/08/2015 di Redazione
Franco Gabrielli, alla sua prima uscita pubblica dopo essere stato investito dai nuovi “poteri speciali” per la gestione del Comune di Roma, chiarisce che la Capitale non governata da una diarchia: «È vero, non c’è nessun commissariamento, nessun consolato, Roma non ha due sindaci – ha detto Gabrielli a margine del sopralluogo con Nicola Zingaretti al centro del nuovo 112 – Questa città ha un solo sindaco che è stato eletto dal popolo, che ha ricevuto il mandato popolare e tale è finché questo sindaco rimarrà in carica. Giuridicamente non possono esistere diarchie».
GABRIELLI: «A ROMA NON CI SONO DUE SINDACI, MA…» –
Ma Gabrielli è deciso a fare il proprio lavoro: «Non vorrei che, come sempre in questo Paese, si passasse alla logica del “tarallucci e vino”. Come non esistono diarchie, consolati o condomini, esiste però una forte assunzione di responsabilità all’esito della quale il prefetto di Roma qualora le sue indicazioni e le sue proposte rimanessero lettera morta, può ricorrere a un articolo del Tuel che prescrive che vi possa essere lo scioglimento del Comune qualora vi siano gravi e reiterate violazioni di legge». E precisa: «Il sindaco fa il sindaco, il prefetto fa il prefetto. Ma non sono un notaio».
GABRIELLI: «NON MI CANDIDO A SINDACO» –
E, a chi gli chiede se Gabrielli sarà il prossimo candidato a sindaco di Roma, lui risponde parlando di sé in terza persona: «Gabrielli non sarà candidato sindaco, governatore o sindaco metropolitano. Tra l’altro, per la terzietà della pubblica amministrazione, sono contrario alle candidature anche dei parlamentari nello stesso bacino in cui agiscono. E se mai mi dovessi bere il cervello, ricordatemi queste parole».
GABRIELLI E IL GIUBILEO –
Gabrielli risponde a Marino anche sulla questione dei soldi per il Giubileo: domenica il sindaco aveva sottolineato come i fondi per le celebrazioni dell’Anno Santo sarebbero arrivati dalle casse del Comune e non dal governo. La replica del prefetto – che aggiunge di sentire Marino «tra un’immersione e l’altra» – è netta: «Sento dire spesso: quei fondi vengono dal bilancio del Comune… Ma è lo Stato ad aver consentito un differimento del pagamento del debito. E, in questi casi, i soldi sono del debitore o del creditore?».
(Photocredit copertina: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI)