«Dite a Laura Ravetto che l’amo e che rimane speciale»
12/11/2015 di Redazione
Erano la nuova “coppia bipartisan” della Camera, dopo quella Boccia-De Girolamo. Lei forzista, lui dem. Quella tra Laura Ravetto e Dario Ginefra era una storia d’amore oltre i confini della politica. Poi, l’amaro tweet della parlamentare azzurra: «Da oggi sono single. Lo dico prima che qualcuno mi paparazzi con altri e dica che tradisco il mio fidanzato. Non ho più alcun fidanzato».
Da oggi sono single. Lo dico prima che qualcuno mi paparazzi con altri e dica che tradisco il mio fidanzato. Non ho più alcun fidanzato.
— Laura Ravetto (@lauraravetto) 9 Novembre 2015
GINEFRA E LA LETTERA PER LA RAVETTO: «DITE A LAURA CHE L’AMO…»
La replica del deputato Pd pugliese è arrivata con una lettera pubblicata dalla Gazzetta del Mezzogiorno: «Dite a Laura che l’amo e che rimane speciale». Ginefra ha spiegato di voler tenere separate le due questioni, politica e vita privata, ribadendo il “no comment” al tweet dell’ormai ex compagna:
«Non una maniera di fuggire o di nascondermi. Ma una forma per cercare di preservare una persona speciale che per me è stata e continua a essere la più importante della mia vita». E ancora: «Politica e amore sono due percorsi differenti e distinti. Entrambi però hanno in comune una cosa: si nutrono di passione. Quella passione per cui vale la pena di lottare fino alla fine. Anche quando si sa di dover affrontare battaglie che potrebbero rivelarsi difficili e dolorose, ma per le quali vale la pena combattere con tutte le energie», si legge.
(Photocredit: Ansa)
Il deputato ha sottolineato, amaro, di non aver apprezzato come la stampa si sia soffermato sui dettagli della fine della storia in modo morboso, di non sapersi abituare a certi modi di fare “cronaca politica” e per questo voler ribadire il “no comment”. Eppure, per la Ravetto non mancano parole dolci:
«Laura è una persona straordinaria, unica che va apprezzata per il suo intelletto prima ancora che per la sua fisicità, con i suoi limiti come ogni essere umano, ma che considero una donna che non può essere dipinta come la piacente parlamentare sempre in tanga, la “caccia” al cui cuore è aperta».