Giuseppe Civati lascia il gruppo del Pd
06/05/2015 di Marco Esposito
Giuseppe Civati lascia il Partito Democratico. Una decisione non sorprendente dopo le ultime dichiarazioni rilasciate dal deputato lombardo dopo l’approvazione dell’Italicum. Da tempo Civati era in rotta con Matteo Renzi e con il governo. Già lunedì aveva fatto capire le sue intenzioni affermando che «non avrebbe più appoggiato il governo».
Oggi la decisione, annunciata con una dichiarazione rilasciata al Post, di abbandonare il Gruppo del Pd. Fonti a lui vicine confermano «che la decisione è ormai presa» e che nei prossimi giorni sarà data la comunicazione ufficiale al Gruppo del Partito Democratico.
Contattato dall’Ansa, al telefono, Civati ha spiegato: «Esco dal gruppo del Pd. Per coerenza con quello in cui credo e con il mandato che mi hanno dato gli elettori, non mi sento più di votare la fiducia al governo Renzi. La conseguenza è uscire dal gruppo».
«Passerò al gruppo misto. Del resto il Pd è già un gruppo misto, quindi non credo che sarà uno shock per me». Lo ha annunciato il dissidente Pd Pippo Civati ai microfoni del Tg3.
Proprio in questi minuti, sul proprio blog Civati, usando una metafora ambientale, sembra in qualche modo spiegare i motivi per cui non è più in sintonia con i vertici del PD
A un certo punto, senza preavviso, è semplicemente capitato che un giorno alcune persone con cui pensavamo di aver condiviso questa visione hanno cambiato idea. Hanno promosso e approvato – senza voler parlare di leggi elettorali il, riforme del lavoro e della costituzione – cementificazioni e trivellazioni, e ce li siamo trovati in tivù a deridere le ragioni di chi difende l’ambiente o crede che il futuro passi attraverso soluzioni differenti. Peccato (soprattutto per loro): perché invece il futuro sarebbe a portata di mano, basterebbe imparare a sposare tradizione e cambiamento, coniugando cose antiche come i diritti e nuovissime come l’innovazione.
Questa è la storia che mi interessa raccontare, sin dall’inizio, mi spiace per chi ha cambiato idea ma per quel che mi riguarda continuerò a farlo con tutti quelli che lo vorranno. Secondo me sono tantissimi.
“La mia non è una rinuncia al Pd, alla sua storia. Ma togliendo la mia fiducia a Renzi, inevitabilmente esco dal Gruppo del Pd”, ha detto Giuseppe Civati, videointervistato da Left: “Io non ho più fiducia in questo governo. E mi chiedo e chiedo anche ai colleghi del Partito democratico, se è possibile dopo una fiducia del genere continuare ad avere fiducia in questo governo, continuare a rimanere nel Partito Democratico”. I concetti sono stati poi ribaditi dallo stesso Civati in un lungo post sul suo blog.
Per ragioni di coerenza passo al gruppo misto, nella considerazione che anche il gruppo del Pd lo sia diventato, avendo accolto parlamentari di tutte le provenienze. Ciò comporta, come conseguenza, che io lasci il Pd, cosa che non avrei mai fatto, ma ormai il Pd è un partito nuovo e diverso, fondato sull’Italicum e sulla figura del suo segretario. Chi non è d’accordo, viene solo vissuto con fastidio. C’è stato il Jobs Act, lo Sblocca Italia, un inquietante decreto sul fisco smentito solo un po’, la riforma della scuola che ha unito tutti gli insegnanti che votavano il Pd (dall’altra parte). Non lo faccio per aderire a un progetto politico esistente, ma per avviare un percorso nella società italiana, alla ricerca di quel progetto di cui parlai un anno fa, che ho sempre avuto nel cuore. Nessuna polemica con chi nel Pd rimane, solo l’auspicio di ritrovarsi un giorno, a fare cose diverse da quelle che si stanno facendo ora.
Tra le prime reazioni quella del vice segretario del Pd Lorenzo Guerini: «Sono dispiaciuto ma era una decisione preannunciata da tempo».