L’assoluzione della Fao e dell’Oms: «Tra glifosato e tumori relazione improbabile»
17/05/2016 di Redazione
Il glifosato non fa male. A decidere sull’erbicida più diffuso al mondo una relazione congiunta di Oms e Fao. Il glifosato «è probabilmente innocuo per quanto riguarda il rischio di cancro negli uomini». E – come spiega oggi Repubblica – se ne possono assumere «dosi fino a 2mila milligrammi per chilo di peso corporeo per via orale senza effetti tossici per il genoma». Riporta il quotidiano:
La decisione è controversa per due motivi. Il primo è che proprio domani e giovedì la Commissione Europea dovrà decidere se prorogare l’uso del glifosato (il cui maggior produttore è la Monsanto) per altri 15 anni. Il secondo è che poco più di un anno fa — a marzo 2015 — la stessa Organizzazione mondiale della sanità (attraverso la sua Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, la Iarc) aveva definito il diserbante «probabilmente cancerogeno per l’uomo». Parere ribaltato a novembre 2015 dall’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare), che nel balletto di condizionali e formule dubitative aveva invece definito il legame fra glifosato e cancro «improbabile».
L’autorizzazione all’uso del diserbante in Europa scade il 30 giugno. Se la lobby pro-Glifosato “Glyphosate Task Force” è soddisfatta della relazione, Greenpeace sottolinea come due esperti firmatari del rapporto siano legati a un istituto americano (l’International Life Sciences Institute) finanziato da aziende private, fra cui appunto la Monsanto.
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COSA E’ IL GLIFOSATO
Il glifosato (N-(fosfonometil)glicina, C3H8NO5P), è un analogo aminofosforico della glicina, inibitore dell’enzima 3-fosfoshikimato 1-carbossiviniltransferasi (EPSP sintasi), un erbicida totale (non selettivo). La sostanza è divenuta di libera produzione nel 2001, anno in cui è scaduto il relativo brevetto di produzione, fino ad allora appartenuto alla Monsanto Company. La sostanza ha una penetrazione molto bassa nel suolo, limitata a una profondità di circa 20 centimetri. Viene facilmente attaccato e distrutto da batteri presenti nel suolo. La sua presunta pericolosità emerge nel marzo 2015 quando l’organismo internazionale IARC (International Agency for Research on Cancer) classificò la sostanza e i fitofarmaci che la contengono come “probabile cancerogena per l’uomo” piazzandola nella categoria 2A. Da quel momento in poi il dibattito aumenta a livello europeo. A novembre 2015, l’EFSA, Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, con una procedura che prevede una valutazione tecnica da parte di un ente di uno stato membro (il BfR tedesco), ha concluso che “è improbabile che il glifosato costituisca un pericolo di cancerogenicità per l’uomo”. Non solo. Come ricorda il quotidiano lo scorso 9 maggio l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) aveva pubblicato i suoi risultati sulla contaminazione delle acque in Italia. La sostanza era il pesticida più diffuso nei bacini d’acqua e correnti. Sempre, comunque, nei limiti di legge.
IL GLIFOSATO E LA POSIZIONE DEGLI STATI MEMBRI A BRUXELLES
Bruxelles – secondo il quotidiano La Repubblica – è orientata all’approvazione dell’uso del glifosato per i prossimi 9 o 10 (anziché 15). Francia, Austria e Italia hanno posizioni contrarie al rinnovo, il Regno Unito è favorevole e la Germania non si è ancora espressa in modo netto e chiaro.
(in copertina foto GEORGES GOBET/AFP/Getty Images)