Guardia di Finanza nella sede di Finmeccanica
16/03/2016 di Redazione
Questa mattina la Guardia di Finanza ha perquisito la sede centrale di Finmeccanica e l’ufficio dell’Amministratore Delegato Mauro Moretti per ordine della Procura di Milano. L’indagine riguarda la vendita di Ansaldo Sts ai giapponesi di Hitachi. Finmeccanica ha confermato.
FINMECCANICA, I DUBBI DELLA FINANZA
Le perquisizioni della Guardia di Finanza hanno riguardato, riferisce il Corriere della Sera le due capogruppo Hitachi Italia nella sua sede a Napoli, Finmeccanica e la controllata di quest’ultima Ansaldo Sts, con sede a Genova. La Finanza vuole capire se nell’ambito delle intese siano state commesse irregolarità. Nel fascicolo, ancora senza indagati, si ipotizzano i reati di aggiotaggio e ostacolo all’attività di vigilanza.
FINMECCANICA, LA SOSPETTA “COLLUSIONE” TRA VENDITORE E ACQUIRENTE
Gli investigatori del Nucleo Valutario sono entrati nelle sedi di Hitachi Italia e in quelle di Ansaldo. L’inchiesta, condotta dal Pm Adriano Scuderi, era stata avviata a seguito dei rilievi della Consob circa una sospetta «collusione» tra venditore e acquirente nella determinazione del prezzo di cessione. Per l’organismo di vigilanza, una parte del prezzo sarebbe stata pagata a Finmeccanica sopravvalutando di 32 milioni di euro il valore di Ansaldo Breda, ceduta ai giapponesi insieme alla quota in Ansaldo Sts.
FINMECCANICA, HITACHI PRONTA A COLLABORARE
Hitachi dal canto suo si è dichiarata pronta a collaborare «al 100% con le autorità italiane ma in questo momento è troppo preso per commentare». Lo ha detto Kentaro Masai, direttore amministrativo di Hitachi Rail Global, parlando da Miami in riferimento alla notizia delle perquisizioni delle Guardia di finanza. La Procura è stata sollecitata dalla denuncia penale della Bluebell Partners, uno dei due fondi insieme a Amber Capital che con un esposto alla Consob avevano dato il via agli accertamenti che hanno portato a rivedere il prezzo dell’Opa. I due azionisti lamentavano, come poi è stato accertato dalla Commissione di Borsa, l’esistenza di un accordo collusivo, mirante a ridurre l’esborso per l’opa attraverso un `travaso´ di parte del prezzo.