La vera storia storia del gruppo di attivisti che rovinò Edgar Hoover (beffando l’Fbi)

21/10/2014 di Mazzetta

La statua di cera di Edgar Hoover dal museo di Madame Tussauds (Foto  TIM SLOAN/AFP/Getty Images)
La statua di cera di Edgar Hoover dal museo di Madame Tussauds (Foto TIM SLOAN/AFP/Getty Images)

LE INUTILI INDAGINI – L’agenzia mise al lavoro sul caso 200 agenti, ma il caso non fu mai risolto e le indagini si chiusero 5 anni dopo, con lo spirare del tempo concesso. Tra le conseguenze dello scandalo c’è che ora il direttore del FBI può rimanere in carica al massimo per 10 anni e che il programma COINTELPRO è stato formalmente abolito, anche se le cronache recenti a proposito dello spionaggio NSA continuano a indicare che le agenzie americane investono ancora molto nello spionaggio degli americani e in particolare di chiunque appaia vagamente «di sinistra» o «attivista», connotazione che all’epoca oltre che «comunista» suonava agli occhi di certe orecchie anche come nemico della guerra in Vietnam e quindi, sostanzialmente, come traditore degli Stati Uniti.

LO SNOWDEN DEGLI ANNI ’70 – Il colpo del gruppo di Philadelphia ispirerà direttamente  Daniel Ellsberg, lo Snowden dell’epoca, che approfittò dell’essere un riconosciuto talento dello spionaggio americano per fotocopiare un dossier di 7000 pagine che rivelava le strategie del governo americano in merito alla guerra in Vietnam, coperto da segreto di stato, consegnando poi il materiale al New York Times. Documenti che passeranno alla storia con il nome Pentagon Papers. Poco dopo l’uscita dei documenti distribuiti dai ragazzi della «Citizens’ Commission to Investigate the FBI» successe poi che nella notte del 17 giugno 1972, Frank Wills, una guardia di sicurezza che lavorava nel complesso di uffici del Watergate Hotel, chiamò la polizia di Washington, che arrestò cinque uomini all’interno degli uffici del Comitato nazionale democratico, la principale organizzazione per la campagna e la raccolta fondi del Partito democratico.  La sorte di Nixon fu così segnata dal montare delle accuse contro il suo governo e la principale agenzia federale di sicurezza, si dimetterà il 9 agosto 1974 dopo aver conquistato il secondo mandato battendo comunque nelle elezioni del 7 novembre 1972, George McGovern, candidato progressista. Sarà l’ unico presidente della storia americana a dimettersi volontariamente prima della fine del mandato e lo farà per evitare l’impeachment ormai imminente.

40 ANNI DOPO – Quasi 40 anni dopo alcuni degli autori di quell’azione hanno deciso di rivelarsi, nel 2014 è uscito il libro di Betty Medsger The Burglary: The Discovery of J. Edgar Hoover’s Secret F.B.I, nel quale parte degli otto componenti del gruppo rivelano la loro identità e raccontano come andò,  e anche la regista Johanna Hamilton ha realizzato il documentario «1971» raccontando la vicenda in video. Medserger è anche l’autrice dell’articolo uscito sul Washington Post il 24 marzo del 1971, un paio di settimane dopo la loro impresa, il primo mai pubblicato con le rivelazioni strappate ad alcuni dei file distribuiti dal gruppo. La pubblicazione all’inizio dell’anno del libro di Medsger, che nel frattempo aveva continuato a indagare sulla storia, ha portato altri tre elementi del gruppo a farsi vivi, con la giornalista. I numerosi articoli dedicati alla vicenda hanno poi raggiunto Judi Feingold, l’unica che mancava, che a sua volta si è fatta avanti con Medsger e ha raccontato la sua storia, ancora più notevole di quella dei compagni.

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