I nemici di Erdogan

23/01/2014 di Mazzetta

Abdullah Gul 1

L’ABBANDONO – Le accuse ai ministri corrotti sono emersi pochi giorni dopo la proposta di legge che non piace a Gulen ed Erdogan ha dichiarato che si tratterebbe di false accuse, portate avanti da infiltrati del movimento di Gulen nelle istituzioni. Proprio un paio di giorni fa Gulen ha così scaricato il premier, negando in un’intervista al The Wall Street Journal di aver mai complottato contro di lui e il partito con il quale il movimento è stato alleato a lungo, ma accusando Erdogan di aver abbandonato il cammino delle riforme e di remare ora in direzione contraria alla democrazia. «Le purghe basate sull’ideologia, la simpatia o le visioni del mondo erano una pratica del passato che il partito oggi al governo aveva promesso di fermare», ha spiegato motivando il suo fastidio e, orrore, non ha neppure escluso di orientare i voti del suo movimento verso il partito repubblicano.

L’OMBRA DI GUL – A dispetto di quanto afferma Erdogan però non c’è nessun complotto gulenista, c’è piuttosto che anche all’interno del suo AKP molti sembrano convinti che sia venuto il momento di mettere da parte Erdogan e di puntare su Abdullah Gul, già primo ministro quando a Erdogan era impedita la candidatura, poi a lungo ministro degli esteri e ora presidente della repubblica, che ora in quella veste sta cercando una via d’uscita dalla crisi politica che ormai da mesi attanaglia il paese e che come altri sembra aver individuato la soluzione nella sostituzione di Erdogan, nonostante con l’amico Tayyp ha condiviso oltre un decennio di permanenza al potere.

 

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