I pacifisti che armano il mondo

05/06/2014 di Mazzetta

La Svezia che un tempo era avanguardia pacifista e la neutrale Svizzera, sono tra i maggiori esportatori di armi nel mondo, non senza un discreto spargimento d’ipocrisia.

 

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GLI AFFARI PROSPERANO – La Svezia è il terzo paese al mondo per valore pro-capite nell’export di armi dietro a Israele e Russia, il governo incassa oltre 53 dollari per ogni abitante all’anno dalla vendita di armi e sistemi d’arma, la Svizzera si piazza al quinto posto, con oltre 25. Ma si piazzano bene anche in valori assoluti, la Svezia è il nono paese per fatturato e la Svizzera il quindicesimo. Il tutto a dispetto di leggi che a Stoccolma vieterebbero di vendere ai paesi che non rispettano i diritti umani e a Berna imporrebbero di essere sicuri che le armi siano vendute solo ad acquirenti legittimi che ne facciano un uso legittimo, in pratica nessuno o quasi.

 

 

A CACCIA DI CLIENTI – Il problema, comune agli altri paesi esportatori, è che la fine della guerra fredda ha ridotto la domanda d’armamenti da parte dei tradizionali clienti occidentali, privando i due paesi di mercati pregiati e «costringendoli» così a rivolgere il proprio marketing altrove, anche verso paesi non esattamente virtuosi e per scopi ben poco condivisibili, almeno stando allo spirito delle leggi che nei due paesi regolerebbero l’export delle armi.

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