I test nucleari del Pacifico furono un crimine, ma non si può dire

10/01/2014 di Mazzetta

IL DESTINO DELLE CAVIE – Gli abitanti di Rongelap e Utirik furono evacuati due giorni dopo l’esplosione, poi furono riportati e infine ri-evacuati a lungo perché si concluse che l’ambiente non era ancora abitabile, il profilo demografico di Rongelap si può apprezzare nella cronologia offerta da Wikipedia.

rongelap

Negli anni loro e quelli che abitano gli atolli più prossimi ai siti dei test si sono ammalati in gran numero ed elevatissimo è stato il numero delle gravidanze abortite o terminate con la nascita di bambini con gravi deformità. Oltre agli ordigni già ricordati gli Stati Uniti conclusero l’Operazione Castle portò alla detonazione di 7 ordigni di grande potenza e fu seguita dall’Operazione Redwing (17 esplosioni a potenza «limitata»nel ’56) e dall’Operazione Dominic (36 nel 1962). In totale le Isole Marshall videro quasi 70 esplosioni.

HANNO CONTINUATO A LUNGO – Gli ultimi test nelle isole del Pacifico li faranno i francesi nel 1996, che negli anni ’70 sono passati ai test sotterranei, con il bel risultato di riuscire a spaccare gli atolli e disperdere comunque nell’ambiente quantità significative di radiazioni. Nonostante i test siano stati sospesi perché hanno provocato danni evidenti, le due potenze non hanno fatto molto per rimediare ai danni provocati e nemmeno hanno mai voluto approfondire un comportamento che appare a prima vista e anche ad un’analisi più profonda un crimine contro l’umanità consumato ai danni di quelle popolazioni, peraltro inermi di fronte alla potenza dei colonizzatori e del tutto privi di voce in capitolo. Le autorità locali delle Isole Marshal si erano opposte nettamente ai test, ma gli americani li han fatti lo stesso e ancora oggi il governo ha una buona ragione per evitare che la storia riemerga alla memoria: i crimini contro l’umanità sono imprescrittibili.

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