Il Car Sharing conquista l’Italia

29/01/2014 di Maghdi Abo Abia

MENO AUTO IN CITTÀ – Ogni gestore paga poi una tassa per vettura di 1.100 euro comprensiva di passaggio in Area C, di parcheggio sulle strisce blu a pagamento e su quelle gialle per residenti, con l’obiettivo, ricordato dall’assessore alla mobilità Pierfrancesco Maran, di abbassare il numero delle vetture ogni 100 abitanti, oggi a 55, per farlo arrivare almeno a 45 auto per 100 abitanti. Ed in futuro questi risultati saranno replicati da altre città in Italia. Come ci ricorda Metro, a Roma la giunta ha approvato un bando per l’introduzione di 1500 vetture «a flusso libero», ovvero senza alcuna limitazione nella circolazione e nel parcheggio. Si lavora invece ad un documento in questo senso a Torino, Firenze, Bologna.

MILANO APRIPISTA – Ci prepariamo quindi ad assistere ad un cambiamento forse epocale. Ed anche qui Milano ha fatto da apripista, visto che nel 2013 si decise di superare il servizio pubblico Guidami-Atm per aprire all’ingresso delle società private. Un meccanismo che verrà seguito anche da altre città superando così il modello di car-sharing pubblico sostenuto dal ministero dell’Ambiente già dal 2002 ma che ha patito la filosofia legata al pagamento dell’abbonamento annuale che non è riuscito a compensare la presenza di un parco auto più variegato, dall’utilitaria al furgone. A dimostrarlo sono le storie di Bologna, Firenze e Genova, città in cui il car-sharing pubblico è diffuso ormai da anni ma che non è mai riuscito a coinvolgere la popolazione.

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LE ALTRE REALTÀ – A Firenze il servizio è stato inaugurato nel 2005, con una flotta di 13 automobili e 12 parcheggi. Oggi le macchine sono 20, i parcheggi 26 e gli abbonati 1.250, il 18 per cento in più rispetto ai 900 del 2012. A Bologna il servizio è gestito dall’azienda di trasporto pubblico del Comune, l’Atc. Nato il 18 agosto 2002, nel primo mese di vita le corse furono 14. Dopo nove mesi divennero 320 ma ad oggi, 12 anni dopo la nascita del servizio, gli abbonamenti ritirati sono 10 su 1.131 con un parco auto di 44 veicoli e 35 parcheggi riservati. A Genova invece il servizio, nato nel 2004 e inizialmente finanziato dal ministero dell’Ambiente, è oggi controllato da Genova parcheggi S.p.a. Nel novembre 2013 ha registrato 2.301 utenti, con 76 auto e 52 parcheggi.

IL PRIVATO BATTE IL PUBBLICO – Numeri in linea con il servizio pubblico Atm-Guidami, che come ricorda Gentemotori, a settembre 2013 aveva 4.000 iscritti. Un numero ridotto, se rapportato alla performance di Enjoy nel suo primo mese di vita a Milano (26.000 iscritti). Segno che sono stati i privati a dare il la alla rivoluzione del car-sharing in Italia. Finché si doveva pagare un abbonamento (percepito dai più come una tassa) oltre a tariffe accessorie che escludevano l’uso, il servizo è rimasto dormiente. Appena sono intervenuti i gruppi privati con un preciso piano di sviluppo, ecco che le cose sono cambiate e la popolazione ha scoperto il valore ed i pregi del car-sharing. Le case automobilistiche si sono adeguate investendo nell’autovettura condivisa ed i cittadini dimostrano di apprezzare la soluzione che offre loro una macchina nuova al prezzo di pochi centesimi al minuto senza preoccuparsi della benzina, dell’assicurazione, delle tasse.

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I NODI DA SCIOGLIERE – I problemi? I soliti. Il rischio incidenti maggiore causato da persone che corrono in macchina nella speranza di risparmiare due minuti o che cadono preda del nervosismo a causa di un parcheggio che non c’è (ed i minuti corrono) il pericolo multe recapitate a casa, qualora non si faccia molta attenzione quando si guida o quando si parcheggia, il nodo dei furti e degli atti vandalici, con gli operatori privati come Car2go che, come riporta il Corriere della Sera, hanno chiesto al Comune di Milano di togliere dalle zone aperte al servizio le vie più problematiche come Quarto Oggiaro, il nord della Bovisa o l’area di Selvanesco. Ma sopratutto il problema vero riguarda il rapporto con i tassisti, sempre più sul piede di guerra a causa dell’esplosione del car-sharing.

LA FORMULA «MAGICA» – Il rischio è che si possa arrivare presto a manifestazioni eclatanti. Il Giornale ci parla della rabbia delle auto bianche milanesi spaventate dall’idea che Palazzo Marino possa aprire in futuro alle auto a noleggio temporaneo anche la zona Ztl Garibaldi, al momento ancora non «contaminata». E le sigle del settore hanno manifestato al Comune la propria insoddisfazione per un’attenzione continua ad un mercato definito di nicchia favorendo interessi privati mentre ai Taxi viene negata ogni forma di miglioramento. Una voce forte ma al momento non presa in considerazione da nessun Comune, visto l’obiettivo di ridurre il parco veicoli attualmente circolante. Ed il successo della formula «magica» del car-sharing a tempo probabilmente presupporrà ad un aumento degli investimenti in questo senso. Lo vogliono i comuni, piace ai cittadini e soddisfa gli investitori, alleggerisce la città dal traffico.

 

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