Il Gambia e il Commonwealth: quando il colonialismo è una scusa

04/10/2013 di Mazzetta

GAMBIA-SENEGAL-POLITICS-DIPLOMACY-EXECUTION

CONSOLIDAMENTO DEL POTERE E DELIRIO – Nel 1996 Jammeh vince le sue prime elezioni, nel 2006, non proprio elezioni regolari a detta degli osservatori. Si ripete con il 53% dei consensi in elezioni truccate solo un po’, ma poi ha ottenuto il 67.3% nel 2006 e il 72% nel 2011, percentuali che vanno di pari passo con l’implementazione di quello che molti descrivono un regime del terrore, tanto che le elezioni del 2011 non saranno riconosciute nemmeno dall’Economic Community of West African States (Ecowas), evento per nulla frequente. Nel 2012 Jammeh pone le radici della crisi attuale, ordinando l’esecuzione di tutti i 47 condannati a morte detenuti nel paese e facendo eseguire le condannne mentre ONU, organizzazioni umanitarie e altri paesi lo pregano di soprassedere e di mantenere la moratoria sulla pena di morte in vigore fino ad allora. Le malelingue dicono che la colpa di tutto sia di un veggente locale, che gli avrebbe predetto un golpe in arrivo, ma di certo nessuno è riuscito a trovare una spiegazione razionale a questo improvviso exploit e lui non ha dato spiegazioni, così come non ha dato molte spiegazioni e proposito dell’abbandono del Commonwealth.

QUEI DIAVOLI OMOSESSUALI – Jammeh non la prende bene e prende ancora meno bene il conseguente taglio dei contributi UE, le ricorrenti accuse di corruzione e la «pretesa d’imporci il rispetto della religione dei diritti umani» da parte dei paesi occidentali e del Commonwealth in particolare. Da allora il tono del confronto con l’Occidente si farà sempre più aspro, culminando con uno show all’ONU nel quale espone la sua teoria sull’omosessualità, spiegando che: «L’attrazione omosessuale è una delle tre maggiori minacce per l’esistenza dell’umanità», le altre due sarebbero l’avidità e l’ossessione per il potere. Secondo Jammeh l’omosessualità sarebbe inoltre promossa come diritto umano da potenze malvage, anti umane e anti-Allah per mettere fine all’esistenza umana.»

UN TIPO UN PO’ COSÌ – Ai rettiliani non ci è ancora arrivato, ma in compenso ha stabilito che i malati di HIV devono essere curati con frizioni di erbe e banane e non con i farmaci, opinione in fondo coerente con il considerare l’omosessualità un’attivita anti-umana in quanto satanica, al punto da minacciare anche gli omosessuali che volessero visitare il paese di gravi conseguenze. Il presidente ha il dovere di difendere i paese dagli attacchi di Satana o del big complotto che sia e Jammeh non si tira certo indietro, come non si tira indietro quando ci sono da torturare gli oppositori, anche perché dice che il Corano dice che si può. Il corano non dice nulla sulla tortura e la repressione dei giornalisti, ma in questo caso Jammeh preferisce far finta di niente e darsi da fare in silenzio, secondo RSF il Gambia è un posto da incubo per quelli che non lo lodano, figurarsi per i critici.

SULLE ORME DI MUGABE – Un vero leader pronto a tutto per difendere il suo paese dai diavoli stranieri, e poi è anche generoso, come ha scritto qualcuno sulla voce Wikipedia a lui dedicata. Solo nel 2012 ha donato 2.563.138 $ alla National Youths Conference and Festival (NAYCONF) e un “camion di tacchini” alla Gambia Christian Council for delivery to the Christian community, che non si dica che discrimina i cristiani. Dati molto precisi, ma c’è da scommettere che se qualcuno chiedesse come ha fatto a mettere insieme quei due milioni e mezzo di dollari con lo stipendio da presidente, non apprezzerebbe la curiosità e avrebbe qualche difficoltà a rispondere. Uscendo dal Commonwealth Jammeh si libera della pressione di molti critici e denuncia gli associati al Commonwealth come allineati a un disegno coloniale al quale si ribella in nome della difesa del paese della piaga diabolica dei diritti umani. L’unico ad averlo preceduto su questa strada è stato Robert Mugabe, che ha dissociato lo Zimbabwe da Londra e dalle sue ex colonie nel 2003, senza trarne all’apparenza grandi vantaggi. Difficilmente Jammeh riuscirà a far di meglio di Mugabe e non solo perché non ha neppure la statura di , tanto più che la sua iniziativa difficilmente resterà senza una risposta di Londra, che quando vede lesi i suoi interessi sa essere assai più drastica di quando s’atteggia ad avvocato dei diritti umani.

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