Il mercato delle armi da guerra. Chi vende a chi?

22/09/2009 di John B

ALTRI NUMERI – Ora, se guardiamo al periodo 2001-2008 (tabella 14) scopriamo che l’Italia è all’11° posto nella vendita di armi ai paesi “in via di sviluppo”, a parecchie lunghezze da USA, Russia e Cina, ma anche da Francia, Inghilterra e Germania). Le cifre italiane sono ridicole: nel 2008 abbiamo trasferito armi per un valore di 100 milioni di dollari, praticamente è il costo di un solo aereo da combattimento. Possiamo tranquillizzarci, quindi: magari firmiamo contratti galattici, ma il valore annuale delle armi che consegniamo non è poi così sbalorditivo e stiamo dietro perfino all’Ucraina. Se poi andiamo a guardare i “pezzi” consegnati, a prescindere dal valore economico che – come si è detto – è scarsamente indicativo, la faccenda si fa ancora più interessante. Ad esempio nel periodo 2005-2008 gli americani hanno consegnato circa 1350 “pezzi” tra mezzi corazzati e artiglieria, contro gli oltre 2900 russi. In campo navale i russi sono stati gli unici a consegnare navi da battaglia (2 di superficie e 8 sottomarini) mentre la Cina ha consegnato ben 36 piccole unità navali contro le 10 americane e le 5 russe. Gli americani hanno consegnato lo stesso numero di velivoli supersonici dei russi (100 a testa). I russi però hanno consegnato ben 180 elicotteri militari contro gli 80 americani, e ben 3720 missili superficie-aria contro i circa 900 americani e 1000 cinesi (tabella 25). Questi cifre dimostrano che il valore economico delle vendite è un parametro che ha ben poca attinenza con il numero delle armi vendute.

ECCO COSA ABBIAMO VENDUTO – Resta però il dato che nel 2008 l’Italia ha chiuso contratti per ben 3700 milioni di dollari, piazzandosi così al secondo posto nella classifica di quell’anno (quella dei contratti). Per carità, in tutto il periodo 2001-2008 restiamo pur sempre a un “rispettabile” 6° posto, ma la curiosità si impone: che accidenti ha combinato l’Italia nel 2008? Nessun mistero, i dati sono online, come ogni anno, e possono essere scaricati dal sito del Governo. La voce principale è rappresentata dalla vendita di una cinquantina di elicotteri da combattimento alla Turchia per un valore di 1,35 miliardi di euro. Le consegne inizieranno però solo tra 5 anni e l’intero programma si svilupperà nell’arco di nove anni. Poi c’è una nave logistica all’India, un po’ di aerei da pattugliamento marittimo alla Nigeria, elicotteri da trasporto all’Australia e alla Nuova Zelanda. Il resto sono contratti ordinari. Nulla di eclatante, nulla di segreto. Nulla che non fosse stato già pubblicamente diffuso in Italia, senza dover aspettare che ce lo comunicassero gli americani. E a proposito, non nuoce sottolineare che gli Stati Uniti vendono molte meno armi di quanto potrebbero. Governo e Congresso, infatti, spesso tagliano o bocciano lucrosi contratti perché non ritengono che l’acquirente abbia bisogno delle armi che ha ordinato. Tanto per citare qualche esempio, nel 2007 il Governo ha respinto la richiesta della Finlandia di acquistare missili aria-terra a lungo raggio per armare i propri caccia. Da dodici anni Taiwan preme per poter comprare un lotto di 66 caccia F-16, un contratto da 5 miliardi di dollari, e nel 2008 il Congresso non ha inteso autorizzare l’acquisto di elicotteri e missili per un valore di ben 6 miliardi e mezzo di dollari. Probabilmente nessuna nazione al mondo rinuncerebbe ad affari del genere ma il Congresso americano è molto severo nell’autorizzare le esportazioni militari anche nei confronti di paesi amici. Ma questo difficilmente lo leggerete sui quotidiani…

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