Perché il Pakistan adesso tratta con i talebani

07/02/2014 di Mazzetta

Pashtun_Lingua
Diffusione della lingua pashto e dei Pashtun

IL GRANDE RISIKO SULLA LINEA DURAND – I motivi dell’emergere del TPP sono diversi, ma è ovvio che il primo motore è stato l’invasione dell’Afghanistan, seguito poi da quello che è stato considerato come un tradimento d’Islamabad con la concessione del permesso agli americani di pattugliare e bombardare le aree tribali con i droni, permesso accordato da Musharraf e poi rinnovato prima da Zardari e ora da Sharif. Un altro contributo decisivo lo ha fornito l’alleggerimento delle tensioni con l’India dopo l’attentato di Mumbai, che paradossalmente ha finito per avvicinare gli storici nemici e ha spinto quelli che alle frontiere del Kashmir combattevano gli infedeli indù  a trasferirsi dove le occasioni erano migliori. A differenza dell’Afghanistan il Pakistan non corre il rischio di essere conquistato dai talebani, sia perché nel paese la maggioranza della popolazione è Punjabi e insensibile a certi richiami pur se musulmana, sia perché l’esercito pachistano con tutti i suoi difetti è una potenza e non solo perché dispone delle atomiche, che finora si sono dimostrate un deterrente soprattutto nei confronti delle smanie di certi strateghi americani.

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IL PROBLEMA PASHTUN – La casta militare pachistana è il vero perno del paese, una potenza con codici e cultura propria, che vive pienamente la modernità e che non potrebbe mai sottomettersi all’oscurantismo talebano. I Pashtun rimasti al di qua della linea Durand, la riga con la quale i britannici divisero Afghanistan e Pakistan,  sono una modesta minoranza nel loro paese, circa 30 milioni su 180 milioni d’abitanti, dall’altra parte della frontiera sono invece molti meno, circa 12 milioni, ma rappresentano il gruppo etnico maggioritario e quasi la metà della popolazione. Il loro antico sogno sarebbe la creazione del Pashtunistan,  che negli ultimi tempi è invece tramontato per molti, sostituito dalla prospettiva del califfato islamico.

COME SI SONO CONVINTI – Ai colloqui si è arrivati alla pachistana e cioè in maniera imprevista. Molti ne sostenevano la necessità, ma in effetti sembrava che proprio tra i talebani non ci fosse il consenso per considerare l’ipotesi come realistica, si faticavano a trovare gli interlocutori per sedersi attorno a un tavolo e anche il governo non sembrava molto convinto. Poi qualche settimane fa il TPP ha attaccato il quartier generale dei militari a Rawalpindi e qualcosa è cambiato. Arrivato sul luogo del delitto, il presidente Sharif ha cominciato a sentire la rabbia Punjabi, che si è levata alta chiedendo vendetta. Fiutata l’aria, ha autorizzato praticamente il ministro della difesa alla guerra aperta contro il TPP, visto che poco dopo l’aviazione ha ricevuto l’ordine di bombardare i rifugi del gruppo. Di fronte a una tale rabbia si dice che i leader del TPP siano rimasti scioccati e abbiano chiesto colloqui immediati con il governo. Al che Sharif ha sospeso tutto e deciso di andare a vedere le loro carte.

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