Perché il Pakistan adesso tratta con i talebani

07/02/2014 di Mazzetta

PAKISTAN-UNREST-PEACE-TALIBAN

IL PROBLEMA DELLA RAPPRESENTANZA – La difficoltà nel trovare portavoce per il TPP non si è però dissolta come per magia, tanto che il gruppo è arrivato a chiedere a Imrna Khan, a capo del PTI, di far parte della loro delegazioni. Invito che il politico, ex campione di polo e stella del jet set ha declinato con imbarazzo. L’essere stato uno dei più convinti sostenitori del dialogo con i talebani non significa che sia dalla loro parte e preoccupa che i talebani abbiano avuto difficoltà a capirlo, ma il problema della mancanza di persone adatte evidentemente è reale, tanto che alla fine è stato imbarcato anche uno come Sami-ul-Haq «padre dei talebani». Ma soprattutto personaggio decisamente impresentabile agli occhi dei non-talebani e anche a parte di questi.

COSA VOGLIONO – La richiesta principale dei talebani locali è la fine dei bombardamenti dei droni, che nelle ultime settimane si sono rarefatti, perché colpiscono i loro alleati qaedisti, ma anche perché turbano la vita delle province di frontiera e quando non ci prendono uccidono civili a anche affiliati al TPP, che dall’alto non si possono proprio distinguere dai qaedisti e per di più come loro si aggirano in gruppi armati. Il loro obbiettivo è invece come sempre lo stato islamico, ma per quello non è tempo e probabilmente non lo sarà mai, potrebbe essere invece il tempo per un governo d’ispirazione talebana delle province Pashtun, anche se non è chiaro se il governo sia disposto a concederla. Per ora l’aspirazione maggiore delle parti sembra essere quella di contenere la violenza e a suo modo è una notizia positiva, anche se non piacerà agli americani e anche se una ritrovata quiete in Pakistan corrisponderà quasi sicuramente a un aumento della pressione sull’afgano Karzai, che già da tempo teorizza d’includere i talebani nel suo governo. Il «sindaco di Kabul» però a differenza del collega Sharif fuori dalla sua capitale protetta dalle truppe occidentali conta poco o niente e probabilmente in presenza di candidati talebani perderebbe anche la dubbia legittimazione che si è conquistato con gli ultimi brogli elettorali, spalancando le porte di Kabul al ritorno dei talebani. Correva l’anno 2001, sembravano sbandati e sconfitti, invece l’azione voluta da Bush ha solo contribuito a spargerli e a seminare il seme del fanatismo islamico anche in Pakistan.

 

 

Share this article