Il terremoto a Napoli e i razzisti che si gasano con i commenti sul web
30/12/2013 di Alberto Sofia
Da «morirete come scarafaggi» a «terremoto pensaci tu». Sono soltanto alcune delle offese, dei macabri auguri di morte e degli insulti che razzisti e “xenofobi da tastiera” hanno pubblicato in rete, dopo il sisma che ha colpito ieri sera Campania e Molise. Causando, per fortuna, soltanto danni lievi. Non è mancato chi, tra i social network, sfoggiando copioni ormai ritriti all’insegna dell’intolleranza razziale e dell’ignoranza, ha approfittato del terremoto per pubblicare frasi ingiuriose contro Napoli e la Campania. O auspicando “eruzioni del Vesuvio” e altre calamità naturali contro i cittadini campani. Commenti deliranti che hanno scatenato l’indignazione nel resto dei commentatori, che hanno difeso i partenopei di fronte agli insulti. Fino a ventilare l’ipotesi di una class action.
IL TERREMOTO NEL MATESE E GLI INSULTI RAZZISTI SUL WEB – Erano le 18.08 di ieri quando in Campania la terra ha cominciato a tremare. Molta è stata la paura tra gli abitanti, sopratutto nel Matese, l’area epicentro del sisma, che ha registrato una magnitudo di 4.9. Alla scossa principale è seguito nella notte uno sciame sismico, con altre tre terremoti di magnitudo 2.9, 2.3 e 3.1, registrati rispettivamente alle 00:34, 2:28 e 3:18. Con epicentro sempre i comuni casertani di Castello del Matese, Gioia Sannitica, Piedimonte Matese, San Gregorio Matese e San Potito Sannitico e quello beneventino di Cusano Mutri. Non ci sono state segnalazioni di ulteriori danni, ma in via precauzionale non poche famiglie hanno preferito trascorrere la notte fuori dalle proprie abitazioni. Al contrario, in altre aree d’Italia c’era chi, comodamente seduto di fronte al proprio computer, ne “approfittava” per postare commenti ingiuriosi e auguri di morte “dedicati” alle popolazioni colpite dal terremoto.
«Mi dispiace per la gente, ma un po’ di disgrazie al Sud invece che sempre al nord va bene», si leggeva su un commento. C’è anche chi ha condiviso i video che mostravano la gente per strada a Napoli, con tanto di didascalie imbarazzanti. O chi augurava la morte ai napoletani e ai campani. Su Twitter, in particolare, i razzisti si sono esaltati: «Perché siete ancora vivi scarafaggi?», si leggeva in un commento.
Altri hanno azzardato previsioni macabre: «Un altro terremoto e morirete tutti…».«Dai, è la volta buona che si risveglia il Vesuvio e vi sotterra con i vostri rifiuti», hanno tweettato altri.
Senza dimenticare chi etichettava gli abitanti di Napoli con epiteti offensivi. O rilanciava il volgare ritornello spesso sentito negli stadi di tutta Italia «Vesuvio lavali col fuoco».
Qualcun altro ha auspicato anche «qualche grado in più»: «Sarebbero saltate fuori da sole tutte le schifezze della mafia del posto senza scavare».
Anche nel profilo Facebook ufficiale della Lega Nord Padania, tra i commenti recenti di una foto non manca un altro commento delirante: «Forza Vesuvio facci sognare», ha scritto un utente. Senza che i gestori del profilo prendessero provvedimenti o decidessero di censurarlo.
LE REAZIONI INDIGNATE – Una serie di commenti volgari, razzisti, subito denunciati dal resto dei commentatori, soprattutto su Twitter. E non è mancato nemmeno chi ha suggerito azioni legali. Compresa l’ipotesi di una class action.
Per tutti coloro che erano felici del terremoto a Napoli, NOI NON CI ARRENDIAMO! #terremoto #terremotonapoli
— Hounnomefigo⚡ (@FuscoRocco) 30 Dicembre 2013
ma quelli del nord che speravano che a napoli, dopo il terremoto, morissero tutti? fate davvero schifo — Serena (@givemeciastin) 30 Dicembre 2013
È ANDATO TUTTO BENE, ALLA FACCIA DI CHI VI VUOLE MALE. NAPUL NUN MOOOOOR.#terremotonapoli — E C T PIENS? LIMIT (@loujswjngs) 30 Dicembre 2013
Ma io sto leggendo commenti agghiaccianti sul terremoto e su napoli….ma qui la gente c’è rimasta col cervello!?indegni
Alcuni commentatori hanno reagito in maniera indignata, condannando le offese e schierandosi a difesa di campani e vittime degli insulti. Altri hanno invece risposto per le rime, con repliche a loro volta razziste, in una sorta di delirante scambio di battute tra Nord e Sud all’insegna dell’intolleranza razziale.