Incidente Erasmus in Spagna, parlano i familiari delle vittime
22/03/2016 di Redazione
«Sono morte tutte tranne Annalisa che è questa al centro». Lo racconta Antonietta Pettoruso mostrando le foto del viaggio al Corriere della Sera. È la mamma di Serena, che da quel pullman non è più uscita. «Erano andate a visitare un museo di storia naturale perché era la loro passione e poi hanno fatto festa». Accanto ad Antonietta c’è suo marito Alessandro Saracino, un medico di 35 anni: «Le vittime di questa strage saranno quindici, non tredici. Perché noi quando torneremo a Torino la faremo finita. Viviamo in una bolla d’aria, nulla ha più senso per noi, siamo morti per sempre, non c’è più nulla di nostro a questo mondo». Antonietta è d’accordo, annuisce: «Siamo sempre stati cattolici ma questa no, questa non possiamo spiegarla. Non c’era una sola ragione per togliere una vita come la sua. Non crediamo più».
ANNALISA NON SA CHE LE AMICHE SONO TUTTE MORTE
Fuori al castello arabo dove il governo catalano ha ospitato le famiglie delle vittime ci sono i genitori delle altre ragazze che ad Andrea Pasqualetto, inviato del Corriere, spiegano: «Ad aver perso il figlio unico siamo in due coppie e naturalmente per noi la sofferenza è più grande». Anche la mamma dell’unica sopravvissuta, Annalisa, racconta una dura verità: «Lei ha battuto la testa, non ricorda nulla di cos’è accaduto e non sa ancora delle amiche morte. Abbiamo deciso di dirle una bugia per evitarle un altro trauma».
“VOGLIO TORNARE A FINIRE L’ERASMUS”
«Voglio tornare a concludere l’Erasmus» dice Stefano Fiorini, 22 anni, studente alla Bicocca che se l’è cavata con un colpo di frusta. Ma dal castello esce di nuovo il dottor Saracino che dell’autista dice: «Sarà stato un colpo di sonno. Dormivano tutti e forse si è appisolato anche lui. Ho combattuto una vita contro la prima causa di morte per i giovani, gli incidenti stradali. L’errore è stato tornare di notte. Non gli voglio male per questo. Lo capisco: costretto a turni del genere, a quell’ora e a quell’età, il colpo di sonno può capitare».