Il 15% della popolazione italiana soffre di ipotiroidismo
19/12/2017 di Redazione
Affaticamento, intolleranza al freddo, un improvviso aumento di peso, depressione, dolori muscolari e debolezza. Sono solo alcuni dei sintomi dell’ipotiroidismo, “un problema molto diffuso che colpisce circa il 15% della popolazione italiana e mondiale. In genere aumenta con l’età, infatti si passa da tassi di ipotiroidismo bassi nell’infanzia e adolescenza fino a sfiorare il 19-20% sopra i 65 anni”. Parola di Carlo Cappelli, endocrinologo dell’Università degli Studi di Brescia, che fa il punto con l’Adnkronos Salute sulla patologie e le novità nella sua gestione.
“Quando la forma è conclamata, cioè clinicamente manifesta, la diagnosi è semplice. Ma quando è all’esordio o nelle fasi iniziali bisogna cercare di percepire le piccole sfumature che poi si renderanno manifeste”, spiega all’agenzia di stampa Cappelli. Ma oggi una diagnosi di ipotiroidismo deve far paura? “No, assolutamente. Non deve far paura, si tratta di un problema risolvibile con una terapia che anche all’inizio era semplice estratto di tiroide. Si va infatti a somministrare quello che la ghiandola non è più in grado di produrre”.
LA NUOVA TERAPIA PER L’IPOTIROIDISMO CHE SI PRENDE A COLAZIONE
“Negli anni – aggiunge l’endocrinologo – la terapia è migliorata fino ad avere oggi nuove formulazioni liquide che hanno sicuramente agevolato la compliance del paziente”. Cappelli ha condotto uno studio specifico ad hoc, con la levotiroxina liquida. “Questo farmaco – assicura – ha permesso di poter cambiare il modo di assunzione della terapia”.
“Fino a prima dello studio ‘Tico’, che poi non è nient’altro che l’acronimo di ‘tiroxina a colazione’, la levotiroxina doveva essere assunta almeno mezz’ora prima della colazione; può essere un’abitudine che il paziente adotta ma spesso, per motivi legati agli orari della scuola, ai turni di lavoro”, capitava che la terapia “non venisse assunta in maniera corretta: questo comporta una cattiva compliance del paziente”. In pratica, continua Cappelli, “il target terapeutico non è costante nel tempo e questo ha delle ripercussioni cliniche. Lo studio Tico – spiega – ha dimostrato come la formulazione liquida possa essere assunta direttamente insieme alla colazione e addirittura con la colazione”.
“Basta prenderla all’interno di qualunque bevanda, che sia calda o fredda, acida o basica non è importante. Per il paziente – assicura Cappelli – è come liberarsi da una schiavitù. Ovviamente la formulazione liquida, non risentendo più delle interferenze della colazione, ma nemmeno di farmaci che normalmente si prendono la mattina, come ad esempio quelli per il mal di stomaco, permette – conclude l’esperto – di mantenere stabili e costanti i valori ormonemici nei nostri pazienti”.
Foto copertina: Pixabay