L’Islanda è l’unico paese guidato dalla Sinistra ecologista
01/12/2017 di Redazione
L’Islanda ha un nuovo governo, un po’ particolare: si tratta di una grande coalizione di sinistra e destra, con una forte impronta ecologista. A un mese dalle elezioni si è raggiunto un accordo dato che nessuno dei partiti aveva ottenuto la maggioranza in Parlamento.
A guidare il paese ci sarà il Partito dell’Indipendenza (di centrodestra), il Partito Progressista (di centro) e la Sinistra – Movimento Verde. E sono questi ultimi ad aver scelto il primo ministro: Katrín Jakobsdóttir, 41 anni, molto seguita dagli islandesi. Bjarni Benediktsson, leader degli indipendenti, e predecessore di Katrin, tornerà al suo precedente incarico di ministro delle finanze.
Degli ultimi quattro governi islandesi dal 2007, solo uno è riuscito a compiere il mandato di quattro anni: l’amministrazione di centrosinistra dal 2009 al 2013. L’Islanda ha dovuto affrontare due elezioni negli ultimi 13 mesi per via di scandali che hanno coinvolto il centrodestra del Paese. Jakobsdottir diventerà il sesto primo ministro islandese negli ultimi dieci anni.
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Laureata in letteratura islandese, è mamma di tre figli. Nel 2003 diventò vicepresidente della Sinistra – Movimento Verde. Sei anni dopo conquista il ministero dell’Istruzione e della Cultura, incarico che ha mantenuto fino al 2013. Da quell’anno in poi ha scalato il Movimento diventandone la leader. Subito dopo le elezioni Jakobsdóttir ha provato a formare un governo insieme ad altri partiti di sinistra, inutilmente. Paradosso dei paradossi gli ecologisti hanno trovato un aiuto dai suoi eterni rivali (gli indipendenti) e i centristi.
Ma se i Verdi hanno la presidenza del Consiglio gli indipendenti avranno cinque ministeri, tra cui finanza, affari esteri e pesca. Nessuna coalizione tripartita ha mai svolto un mandato a tempo pieno in Islanda, ma i nuovi ministri hanno difeso l’accordo come il migliore in circolazione.
Il governo punta tutto sul turismo. L’Islanda si aspetta per quest’anno oltre 2 milioni di turisti rispetto ai circa 500 mila del 2010. La coalizione ha affermato che non aumenterà l’IVA nel settore turistico, anche se è probabile che ci sarà invece una tassa di soggiorno per chi verrà da fuori a visitare il Paese.
(foto da Katrín Jakobsdóttir)