Italia fuori dai Mondiali dopo 60 anni. Salvini non resiste e se la prende con l’«invasione»
14/11/2017 di Redazione
In un Paese in perenne campagna elettorale anche le partite di calcio diventano oggetto di propaganda. Anche gli incontri della Nazionale. Anche il match di ieri contro la Svezia che ci ha negato la partecipazione ai Mondiali di Russia 2018. A non farsi sfuggire l’occasione di tirare in ballo la prestazione di Buffon e compagni per esprimere la sua posizione politica è stato il leader della Lega Nord Matteo Salvini, che dopo lo 0 a 0 degli azzurri a San Siro su Facebook e e Twitter ha scritto: «Troppi stranieri in campo, dalle giovanili alla Serie A, e questo è il risultato. #Stopinvasione e più spazio ai ragazzi italiani, anche sui campi di calcio».
ITALIA FUORI DAI MONDIALI, SALVINI DÀ LA COLPA AGLI STRANIERI
‘Stop invasione’ è lo slogan (e l’hashtag) che il segretario del Carroccio ama utilizzare per criticare le politiche del governo su immigrazione e integrazione e lanciare un allarme per quello che definisce addirittura un «tentativo di sostituzione etnica» degli italiani con gli stranieri. Una vicenda sportiva, insomma, finisce al fianco della denuncia di un fantomatico piano anti-italiano e pro-migranti di cui Salvini ritiene un passaggio determinante anche il disegno di legge che intende dare la cittadinanza ai giovani stranieri nati e cresciuti in Italia. «Stop invasione e no ius soli», gridano i sovranisti della Lega sui social e in piazza.
Sarebbe il caso di non associare due cose molto diverse. Va ricordato che i migranti che arrivano sulle nostre coste e che Salvini ama attaccare considerandoli invasori sono in realtà dei profughi che scappano da guerre e povertà. E va ricordato che gli stranieri che potrebbero beneficiare dello ius soli sono ragazzi che hanno frequentato le scuole italiane per almeno cinque anni o i figli di genitori che vivono e lavorano stabilmente nel nostro Paese. La crescita di atleti che possano un giorno arrivare in Nazionale non ha a che fare né con la prima né con la seconda questione. Ma con il lavoro dei settori giovanili delle società di calcio, la capacità di selezionare potenziali campioni, la voglia di investire sui propri ragazzi senza affidarsi al mercato. Il numero degli stranieri che giocano in Serie A è sensibilmente aumentato negli ultimi anni. Ma è aumentato sensibilmente anche quando non c’erano le ’emergenze’ che Salvini evoca ogni giorno per stare sul pezzo in tv e sui social. Alcune cifre elaborate o riprese dai principali quotidiani sportivi parlano di un 30% di stranieri nel campionato italiano a inizio anni 2000. Di un 40% nel 2010. Ora siamo ben oltre il 50%. Un lento e costante trend. Confondere le acque non fa bene né al calcio né alla politica. Serve solo a fare qualche voto.
(Immagine: screenshot dal profilo Twitter di Matteo Salvini)