La chat tra Alberto e Chiara: “Posso scaricare un porno?”
08/11/2011 di Dipocheparole
Oggi comincia l’appello per il delitto di Garlasco. Con una prova a sorpresa
Oggi comincia il processo d’appello per l’assassinio di Chiara Poggi, in quello che i giornali hanno chiamato il delitto di Garlasco. Dopo l’assoluzione in primo grado la difesa di Alberto Stasi porta nuove prove per spiegare che il movente indicato dall’accusa non è valido. Cristiana Lodi su Libero ne anticipa qualcuna:
Prima: fare una perizia sul computer di Alberto per verificare se la sera prima di morire Chiara avesse visionato su quel portatile materiale pedo-pornografico. Una scoperta, che per il pg, sarebbe il movente dell’omicidio. A questo proposito però spunta una chat rintracciata sul pc di Chiara, finora inedita e che proverebbe come fra lei e Albertonon ci fosse alcun tabù sul sesso. È il 17 settembre 2006, circa un anno prima del delitto. Albertoela fidanzata sistannoscambiando al computer alcun filmini erotici daloro stessi realizzati.
Ed è lei a scrivere a lui:
“Tato, cosa fai oggi?”.
Alberto: “Navigo un po’in internet. Senti, Tata, posso scaricare qualche filmino pornografico? Mah…però nonsose sia il caso vistoche dobbiamo trasferire quasi 1 giga”.
Chiara: “Vedi tu Tato… Basta che non mi rallenti il trasferimento”.
Lui: “Appunto”.
Lei: “Ri-appunto”.
Dal tenore dei dialoghi, come ha sempre sostenuto la difesa e il giudice del primo grado, il movente sessuale non starebbe affatto in piedi. In più c’è il “Mistero” della bici:
L’accusa chiede però anche il sequestro di una vecchia bici da uomo di Stasi per mostrarla alla testimone Franca Bermani che racconta di averne notata una da donna davanti alla casa dei Poggi, nell’ora del delitto. Quella vecchia bici non fu mai repertata proprio perché non corrispondente a quella descritta dalla testimone. A Alberto sarà chiesto di percorrere ancora i passi compiuti il 13 agosto 2007 lungo la scala insanguinata, dove c’era il corpo senza vita della fidanzata. E si vorrà inoltre analizzare un capello castano chiaro trovato nella mano sinistra della vittima, ma soprattutto analizzare il materiale rimasto sotto le unghie. Chiara, se questa richiesta sarà accolta, non avrà pace perché bisognerà riesumarne quel che resta. Un nuovo dolore per mamma Rita e papà Giuseppe, che oggi saranno in aula a incrociare lo sguardo del ragazzo che loro ritengono l’assassino della figlia: «Noi non smettiamo di sperare e saremo qui a ogni udienza. Lo dobbiamo a Chiara». Anche Alberto Stasi sarà lì fino alla sentenza, che potrebbe arrivare prima di Natale.