La DDR, un covo di nazisti

19/10/2012 di Dario Ferri

NESSUNO SCRUPOLO – Le linee direttive di reclutamento di ex nazisti erano stato rilasciate dalla Stasi già nel 1952, e l’anno dopo era stato ordinato di creare un sistema di rilevamento di tutti gli “elementi” nemici che avevano militato nella Gestapo, nella SS o in altre organizzazioni condannate dalla DDR come criminali. Il regime comunista si vantava di aver condanato molti più nazisti rispetto alla Repubblica di Bonn, ma i numeri erano falsificati, perché i processi erano in realtà semplici operazioni di smascheramento. Un’iniziativa che serviva proprio per rafforzare il reclutamento degli ex nazisti, tanto che negli archivi della Stasi si è scoperto che in una sua singola cellula, responsabile di un quartiere di Lipsia, erano presenti ben otto nazisti che avevano lavorato nei servizi segreti hitleriani. L’assenza di scrupoli era totale, come mostra la vicenda di Paul Reckzeh. Medico iscritto al partito nazista già nel 1933, aveva rivelato alla Gestapo il nome di alcuni resistenti anti Hitler, che furono giustiziati poco prima che le truppe sovietiche conquistassero Berlino. Reclutato probabilmente dal Kgb, l’uomo prese residenza a Berlino Ovest, ma tornò nella parte orientale per la scoperta del suo passato nazista. La Stasi lo contattò, ed iniziò una collaborazione. Il dottor Reckzeh visitiva regolarmente le spie del regime, assicurando loro perfetta funzionalità. Dopo una decade trascorsa nell’ombra, il comitato anti fascista della DDR lo scoprì, chiedendo al regime di porre fine alla sua collaborazione. La Stasi e la Sed si attivarono immediatamente, ma per porre fine alle proteste. Chi era utile al regime, anche se aveva indosssato la camicia bruna, non doveva essere disturbato.

(Photocredit/ Getty Images)

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