La leggenda del Belgio senza governo

27/02/2013 di Mazzetta

Leader of Belgium's French speaking Soci

EFFETTI POSITIVI? – Una competizione per una volta virtuosa, che approfittando del riparo dalle politiche di austerità ha anche portato a una crescita economica in controtendenza con i paesi vicini, ma che è stata alimentata dal desiderio di rompere l’unità nazionale più che da una tensione allo sviluppo economico o alla buona amministrazione. Anche gli effetti benefici che ha avuto secondo molti analisti il blocco del bilancio pubblico per quasi due anni, non sono stati frutto di una scelta o di una strategia, oltre ad avere avuto come controparte inevitabile una serie di tagli altrettanto obbligati alla spesa.

DECISIONI PESANTI – Ma nel mezzo il Belgio non è rimasto senza governo, è rimasto con il governo vecchio a poteri ridotti e con un parlamento nel pieno delle sue funzioni, situazione che in virtù del particolare assetto istituzionale non ha provocato un drammatico vuoto di potere, si è solo trattato di una lunghissima transizione da un governo privo di maggioranza a un governo che si regge su una maggioranza formata da sei partiti che non vorrebbero stare insieme, ma devono. Un governo che non ha altra missione che fare quello che ha fatto Monti in Italia, rassicurare l’Europa potando la spesa pubblica e recuperando denaro dove si può e anche dove no, perché i belgi dovrebbero ripagare un po’ del loro debito pubblico, già robustamente accresciuto per  onorare i debiti di Dexia, la banca franco-belga finita al macello sotto i colpi della crisi finanziaria e poi di quella del debito della Grecia. Anche il salvataggio di Dexia e della sua ristrutturazione sono stati validati da governi di Francia e Belgio, che ci hanno perso e poi versato cifre imponenti prese dai bilanci pubblici impegnandosi a pagarne ancora se sarà necessario. Dexia era la prima società belga, quarantanovesima nella Fortune Global 500, oggi è un cadavere in attesa di essere smembrato e che continua a richiedere soldi ai contribuenti  e che è già costato cifre fantastiche tra il ripianamento dei debiti, la perdita del valore azionario, ridotto a zero, e la strage di disoccupati che si è lasciato dietro.

NON SEMBRA UNA GRAN SOLUZIONE – Con o senza governo, il Belgio si è assunto nuovi debiti proprio di recente e quindi non può aumentare le spese per finanziare politiche espansive, che comunque dovrebbero essere condivise tra fiamminghi e valloni, conservatori e progressisti e così via, che invece si sono messi insieme eccezionalmente per fare l’esatto contrario. In sostanza i belgi non sono mai stati tanto lontani dall’essere “senza governo” e non è affatto chiaro se il lunghissimo periodo speso per trovare una maggioranza sia stato qualcosa di più di una pausa prima dell’inevitabile, un vantaggio netto o al contrario un lusso che poi sarà pagato caro nei prossimi anni. L’unica cosa certa è che il Belgio non può attendersi niente di molto diverso, nemmeno nel medio e lungo periodo a meno di non spaccarsi in due o di trovare un miracoloso ingrediente unificante. Non sembra proprio l’esempio adatto dal quale ricavare la dimostrazione che la sua particolare e lunghissima “assenza di governo” sia da ipotizzare addirittura come preferibile a qualsiasi governo in altri paesi.

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