La mappa di mafia, camorra e ‘ndrangheta

25/07/2013 di Donato De Sena

 

REGGIO CALABRIA/ 1 – Della ‘ndrangheta si evidenzia negli ultimi anni la capacità di condizionamento delle amministrazioni locali, causa tra l’altro di numerosi provvedimenti di sciogliemento per infiltrazione mafiosa, e la propensione ad esportare attività illecite nelle aree più ricche e sviluppate d’Italia. Si rilevano inoltre tante intimidazioni nei confronti degli amministratori pubblici, ad opera di gruppi criminali che tentano di impedire scelte innovative (si ricordino le minacce rivolte ad Elisabetta Tripodi, sindaco di Rosarno, e a Maria Carmela Lanzetta, primo cittadino di Monasterace). A Reggio Calabria la mafia è articolata in tre mandamenti e sub-strutture di coordinamento competenti su altrettante, specifiche, aree del territorio. Per quanto riguarda il mandamento tirrenico, nella piana di Gioia Tauro è confermata – stando alla relazione Dia 2012 – la posizione di rilievo della cosca Piromalli, dedita soprattutto al traffico di stupefacenti. Nel comprensorio di Rosarno e San Ferdinando opera invece la cosca PesceBellocco. Mentre il comune di Palmi rimane suddiviso tra le cosche Parrello e Gallico. Nel comune di Seminara risultano attive le cosce SantaitiGioffrè, detti “Ndoli-Siberia-Geniazzi”, e CaiaLaganàGioffrè, detti “Ngrisi”. Nell’area di Rizziconi, con diramazioni anche nel Nord Italia, esercita la propria egemonia la famiglia mafiosa dei Crea. Nel territorio di Castellace opera la consorteria criminale Rugolo. Mentre ad Oppido Marittima, negli anni ’80 teatro di una sanguinosa faida tra le famiglie Bonarrigo e Zumbo, si sono verificati fatti di sangue – fa sapere ancora la Dia – che lasciano sospettare una ripresa del confitto. Nel comprensorio Sinopoli-Sant’Eufemia-Cosoleto opera la famiglia Alvaro. Sono consolidate le leadership delle famiglie Facchineri e AlbaneseRasoGullace a Cittanova, LongoVersace a Polistena, PolimeniGugliotta a Oppido Marittima, PetullàIeraceAuddino e ForiglioTigani a Cinquefrondi. Nel comune di Taurianova è attivo il gruppo ZagariViolaFazzalari insieme alla meno influente cosca AvignoneAsciutto. La cosca Maio opera in una frazione della stessa località. Nel comune di Giffone svolge attività illecite la cosca Larosa. A Scilla, infine, esercita la propria influenza la cosca NasoneGaietti.

REGGIO CALABRIA/2 – Nel mandamento centro, ovvero sulla città di Reggio Calabria, operano in posizione di supremazia le cosche storicamente dominanti: De Stefano, Condello, Libri, Tegano. Altri gruppi operano limitata autonomia operativa sullo stesso territorio. I Serraino, nel comune di Cardeto, nel quartiere di San Sperato e nelle frazioni di Cataforio, Mosorrofa e Sala di Mosorrofa; i FicaraLatella, nella parte sud della città, la cosca Iamonte, nel comprensorio di Melito Porto Salvo; i Lo Giudice, nel quartiere di Santa Caterina; i BorghettoCaridiZincatoRosimini, nei rioni Modena e Ciccarello; i Cruciti, legati ai De Stefano, nei quartieri di Condera-Pietrastorta; i Labate, nel quartiere Gebbione, a sud della città; gli Alampi, federati con i Libri, nella frazione di Tunca.

REGGIO CALABRIA/3 – Nel mandamento ionico della provincia reggina – rileva ancora la Dia – si conferma la leadership delle famiglie BrabaroTrimboli a Platì, e NirtaStrangio e PelleVottari a San Luca. Ad Africo il controllo delle attività illecite appartiene alla cosca MorabitoPalamaraBruzzaniti. Sono presenti anche le cosche Maisano, Rodà, Vadalà e Talia. A Siderno si conferma la leadership della cosca Commisso. Nel comprensorio è attiva anche il gruppo CostaCurciarello. A Marina di Gioiosa Ionica le famiglie Aquino e Mazzaferro. A Gioiosa Ionica le cosche Jerinò e ScaliUrsino, quest’ultima federata con i CostaCurciarello. Nell’alta fascia ionica opera la cosca RugaMetastasio. La zona di Locri è divisa tra i Cordì e i Cataldo, che sembrano aver raggiunto un accordo stabile dopo 40 anni di faida. Nel comune di Careri sono attive le famiglie Cua, Ietto e Pipicella, legate ai blasonati gruppi criminali di San Luca e Platì. A Melito Porto Salvo opera la famiglia Iamonte. A Roghudi e Roccaforte del Greco risultano invece attive le consorterie dei Pangallo, Maesano, Favasuli e Zavettieri. Il comprensorio di San Lorenzo, Bagaladi e Condofuri è controllato dalla cosca Paviglianti, in contatto con le famiglie Flachi, Trovato, Sergi e Papalia, gruppi proiettati anche in Lombardia e in stabili rapporti, a loro volta, con le cosche reggine dei Latella e dei Tegano, con i Tromboli di Platì e gli Iamonte di Melito Porto Salvo.

CATANZARO – La Dia rivela che, ad inizio 2012, il panorama criminale della provincia di catanzaro non è mutato. Nel capoluogo continuano la loro attività le storiche consorterie criminali unitamente al clan degli zingari, che sta acquistando maggiore autonomia, soprattutto nello spaccio di stupefacenti.

COSENZA – A Cosenza è presente un gruppo criminale rom che ha assunto a tutti gli effetti il rango di ‘ndrina e un potere riconosciuto anche ai vertici della ‘ndrangheta. Tra il capoluogo e la zona di Sibari sono presenti cosche federate che fanno capo alla famiglia Abruzzese, capace di scalzare la cosca Forastefano, erede della storica famiglia Carelli. In città opera la potente compagine Lanzino e la cosca che fa capo alla famiglia Bruni. Sul litorale ionico della provincia mantengono saldo il loro potere le cosche dei Forastefano, a Cassano, e degli zingari di Lauropoli, mentre a Rossano, per tutta la zona a Sud della costa fino a Cariati insiste il gruppo di Nicola Acrì. Sull’area tirrenica, poi, esercita la sua influenza la cosca Muto. Nel paolano sono attive la cosca MartelloDittoScofano e la famiglia Serpa. Ad Amantea i gruppi Besaldo e AfricanoGentile. A Paterno Calabro la famiglia Chirilli. A Rende il gruppo Di Puppo. A nord del capoluogo, infine,  si segnala la presenza di elementi affiliati a quella che era la cosca castrovillarese capeggiata da Antonio Di Dieco. Per quanto concerne i reati commessi, a Cosenza si rivela un numero maggiore di denunce per estorsione rispetto alle altre province calabresi.

CROTONE – A Crotone e dintorni è dominante l’attività della famiglia Comberiati. In provincia permangono le storiche cosche VrennaBonaventuraCorigliano. Ad Isola Capo Rizzuto operano gli Arena e Nicoscia. A Cutro i Grande, Aracri e Gragone. A Cirò i FaraoMarincola.

VIBO VALENTIA – Per quanto concerne la provincia di Vibo Valentia la relazione del ministro sull’attività della Dia relativa al 2012 rivela il rischio di rieplosione di una guerra tra gruppi criminali minori sotto lo sguardo neutrale di sodalizi di maggior peso, come la cosca Mancuso. Nelle Serre vibonesi è emerso ad esempio uno scontro tra cosche Loielo e Maiolo.

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