La pagina su Papa Francesco è hackerata: e per Magdi Allam è subito guerra santa
07/07/2014 di Redazione
Non bastava la campagna elettorale per le ultime elezioni Europee, condotta cavalcando stereotipi razzisti e l’odio contro gli immigrati (che non gli è stata sufficiente per riconfermarsi a Strasburgo). Né le frasi omofobe le critiche contro quella Chiesa accusata di essere “complice” della «legittimazione dell’Islam», oltre che «protettrice dei clandestini». La pagina “hackerata” di Papa Francesco (non ufficiale, ma seguita da un milione e 300 mila persone) su Facebook è stata l’occasione strumentalizzata da Magdi Cristiano Allam per lanciare l’ennesima (solita) “crociata” contro i musulmani e l’Islam.
MAGDI ALLAM E LE «PROVE DI OCCUPAZIONE ISLAMICA» – Ieri uno dei profili non certificati di Papa Francesco sul social network era stato preso di mira da pirati informatici. Al posto delle consuete preghiere, sono comparsi inviti alla guerra santa, bestemmie, insulti a Israele. Il profilo era tornato dopo alcune ore sotto il controllo degli amministratori, che avevano poi pubblicato un messaggio per spiegare l’accaduto:
«Buonasera a tutti, avrete notato che nel pomeriggio di oggi la pagina di Papa Francesco è stata presa d’assalto da alcuni hackers. Possiamo ben immaginare il vostro stupore e sconforto quando improvvisamente avrete cominciato a leggere post in arabo, intervallati da messaggi blasfemi contro la religione cristiana e di incitazione alla guerra santa per la vittoria dell’Islam. Siamo lieti di comunicarvi di esser riusciti a rientrare in possesso della pagina, e che il problema è stato risolto. Quel che è accaduto non è addebitabile alla storica amministrazione di questa pagina, che in ogni caso si scusa con tutti voi per lo spettacolo pietoso. Vi auguriamo la pace del Signore, una dolce notte, e vi chiediamo la preghiera per coloro che si son fatti responsabili di questo gesto offensivo e sconsiderato, perché imparino il rispetto, e trovino quella serenità d’animo che li induca ad abbandonare questo genere di comportamenti.
Al contrario, Allam ha preferito fomentare l’odio inter-religioso, strumentalizzando l’iniziativa, opera di qualche provocatore, per ricordare le sue già note teorie anti-islamiche. Per Allam, «guai a sottovalutare il fatto» : «Sono stati degli hacker islamici a modificare la pagina Facebook di Papa Francesco; inseriti dei messaggi con citazioni coraniche e delle foto tra cui una che ritrae il primo ministro israeliano Netanyahu che tiene al guinzaglio Obama nei panni di un cane», ha affermato sul suo profilo su Fb. Ma non solo: per Magdi Allam sono «prove di occupazione islamica che hanno colpito un sito del Vaticano». Con tanto di “ritornello”, dai toni esasperati: «Siamo in guerra: o si vince o si perde». Anche in versione 2.0: «Sono in grado di batterci anche sul piano informatico che è il fulcro della comunicazione che a sua volta è lo strumento principale nelle guerra del terrore o di natura finanziaria». Propaganda continuata anche in un editoriale pubblicato sul Giornale, dove si «invita l’Occidente a svegliarsi» di fronte all’«invasione islamica». Dopo la retorica jihadista e le minacce della “presa di Roma” evocata da Abu Bakr al Baghdadi – l’autoproclamato “califfo” dello “Stato islamico’ tra Iraq e Siria (Isis) – , Allam si è così lanciato nelle solite “profezie”: «Preoccupiamoci di salvarci dall’onda lunga che da subito si materializzerà in una guerra terroristica dentro casa nostra scatenata dalle migliaia di terroristi islamici europei che rimpatrieranno dopo aver espletato la loro Jihad, guerra santa, in Siria e in Iraq. Svegliamoci!». Tutto mentre sulla pagina Fb di Allam il post sulla pagina “hackerata” ha scatenato i consueti commenti dal contenuto razzista. E qualche risposta indignata, di fronte al solito “spettacolo” targato Magdi Allam.