“La pensione di Napolitano è giusta?”
13/03/2012 di Dario Ferri
Su Italia Oggi una lettera che parla della legge Mosca. Il presidente ne usufruisce o è una bufala?
Su Italia Oggi compare una lettera di Giuliana Toffali che parla di pensioni e vitalizi percepiti da sindacalisti e uomini politici senza averne diritto. Si scrive:
Il presidente del Consiglio Mario Monti e il ministro del Lavoro Elsa Fornero, se vogliono passare alla storia quali portatori di equità e rigore, debbono avere il coraggio di abolire le pensioni, o vitalizi che dir si voglia, di coloro che le percepiscono senza averne diritto come i parlamentari e i pensionati della legge 252 del 1974 che sono la causa del debito pubblico italiano
E poi affonda il coltello sulla “notizia” vera e propria:
Tra coloro che beneficiano della legge Mosca, ideata da Gaetano Mosca, sindacalista della Cgil, fedelissimo di Francesco De Martino, segretario generale del Psi, di stretta osservanza sovietica, pare ci sia anche il Capo dello Stato Giorgio Napolitano. Ho scritto «pare», perchè le notizie sui pensionati Inps sono segretissime. Ho chiesto, mesi fa, al Presidente dell’Inps Mastrapasqua se è vero che tra i beneficiari della legge Mosca c’è il Presidente della Repubblica e altri nomi illustri che circolano in rete, ma non mi ha risposto.
Non c’è comunque alcuna evidenza che della legge benefici anche il presidente Napolitano. Qui si racconta in cosa consistesse:
Anno di grazia 1974, quasi 40.000 tra funzionari ex PCI, portaborse ex DC, sindacalisti CGIL, CISL e UIL, amici degli amici, politicanti assortiti, si sono fatti la pensione a “costo zero” alla faccia di chi ogni mattina entrava in una fabbrica vera per fare un lavoro vero, pagando tasse vere e versando contributi veri. E sudando sudore vero. Il meccanismo della truffa era molto semplice, una banale dichiarazione, confermata dall’amico giusto nella quale si affermava di aver “lavorato”, si fa per dire, per un tot di anni, o per il partito o per il sindacato,ovviamente in nero e senza aver pagato una lira né di tasse né di contributi. Quegli anni venivano per legge riconosciuti validi ai fini pensionistici. 30.000 miliardi delle vecchie lire il danno per il bilancio pubblico. Ecco cosa significa vivere al di sopra delle proprie possibilità! A qualche timido controllo tra i beneficiati, autisti di 12 anni e sindacalisti con i calzoni corti frequentanti le scuole elementari. Ma anche nomi di spicco: Sergio D’Antoni, Pietro Larizza, Franco Marini e Ottaviano Del Turco, tutti ancora in attività ad alto livello, che per anni si sono esibiti dalla televisione di Stato e su tutti i più importanti giornali nazionali, infuriati contro gli “evasori fiscali”, causa, a loro dire, di tutti i problemi del Paese.
Sul sito del parlamento sono presente solo le leggi dal 1996 in poi.Il testo della legge, trovato su www.normattiva.it (con due “t”, è la raccolta delle norme attualmente “attive” ancora in vigore), recita:
Art. 4. La regolarizzazione assicurativa, per i periodi anteriori al 1 maggio 1964, e’ effettuata mediante il versamento all’Istituto nazionale della previdenza sociale dei contributi base delle assicurazioni generali obbligatorie per l’invalidita’, la vecchiaia e superstiti. Tali contributi sono calcolati, per i periodi anteriori al 30 aprile 1952, sul valore massimo di quelli all’epoca vigenti e, per i periodi successivi, in relazione alla classe di contribuzione corrispondente alla retribuzione indicata nella dichiarazione di cui all’articolo 2.
Per i periodi successivi al 30 aprile 1964, ancorche’ prescritti, sono dovuti i contributi base e a percentuale per le assicurazioni generali obbligatorie per l’invalidita’, vecchiaia e superstiti nonche’, secondo quanto stabilito dal successivo articolo 6, per le assicurazioni contro la disoccupazione involontaria e contro la tubercolosi e per l’E.N.A.O.L.I. I contributi di cui ai precedenti commi sono maggiorati degli interessi legali calcolati al tasso del 5 per cento annuo e sono portati a conguaglio delle somme gia’ versate per contributi e relativi interessi legali dai partiti ed organizzazioni di cui all’articolo 1 della presente legge, in relazione a norme di legge e a convenzioni in materia intercorse con l’Istituto nazionale della previdenza sociale che provvedera’ al rimborso delle eventuali eccedenze.
Per i periodi successivi al 1 maggio 1964, ove la retribuzione dichiarata ai sensi del precedente articolo 2 risulti comunque superiore ai livelli indicati dai contratti collettivi di riferimento o dalle tabelle retributive di cui allo stesso articolo 2, la regolarizzazione per la parte eccedente tali livelli retributivi e effettuata secondo le ordinarie norme di legge.
Di affermazioni secondo le quali ne usufruisce anche il presidente Napolitano è pieno il web. E si parla anche di emolumenti molto alti, senza alcuna conferma. Ma di prove che Napolitano ne usufruisca non ce n’è nessuna.