La polizia indiana vuole la custodia dei due marò
08/01/2014 di Dario Ferri
I due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati dell’uccisione di due pescatori avvenuta nel Mar Arabico (al largo delle coste del Kerala) il 15 febbraio del 2012, sono stati convocati da un giudice speciale indiano che ascolterà oggi una richiesta della polizia investigativa Nia (National Investigation Agency) alla Corte di adottare «appropriate iniziative» per assumere la loro custodia. Lo scrivono le agenzia di stampa indiane Pti e Ians.
LIBERTÀ PROVVISORIA – Il caso sarà esaminato nel pomeriggio locale dal giudice della ‘session court’ di Nuova Delhi, Darmesh Sharma che, sostengono le agenzie di stampa indiane, «ha inviato a Latorre e Girone un avviso di comparizione». In una prima udienza il 6 dicembre scorso i due marò non si erano presentati ed il giudice, ricorda la Pti, «li aveva esentati, solo per una volta, su richiesta orale dei loro legali». Infine, sottolineano le agenzie, il «Rapporto contenente i capi d’accusa sarà molto probabilmente depositato questo mese». Si deve ricordare, inoltre, che fino all’inizio del processo Latorre e Girone sono in libertà provvisoria sotto custodia della Corte Suprema indiana.
IL CASO – La vicenda di Girone e Latorre ha causato una lunga crisi diplomatica tra Italia e India. A bordo della petroliera Aframax Enrica Lexie il 15 febbraio 2012 i due fucilieri della Marina, membri del cucleo militare di protezione, aprirono il fuoco contro una piccola imbarcazione di pescatori, sospettando si trattasse di pirati e uccidendo Ajesh Binki e Gelastine. I funzionari italiani hanno fin da subito sostenuto che i due marò hanno semplicemente sparato colpi di avvertimento nella direzione della barca e che il caso non deve essere affrontato sotto la giurisdizione indiana perché avvenuto in acque internazionali su una nave battente bandiera italiana. Nel gennaio 2013, poi, la Corte suprema indiana ha negato la giurisdizione del Kerala sostenendo che l’incidente è avvenuto in acque internazionali e decidendo che i due marò dovranno essre giudicati da un tribunale speciale. Da quel momento Latorre e Girone sono stati trasferiti a Delhi, dove vivono e lavorano presso l’ambasciata italiana.
(Fonte foto: LaPresse)