La prostituzione “alla svedese” diventa legale a Parigi

02/12/2013 di Mazzetta

Bellinzona: manifestazione prostitute Lumino's Club

NON FA DIFFERENZA – La legge si è risolta così nel favorire le prostitute più organizzate, ma poco ha fatto contro la tratta o il racket, che in certi paesi europei coprono una buona parte dell’offerta e che dallo spingere in clandestinità le prostitute più vulnerabili non soffrono certo un danno. In più, secondo gli addetti al servizio che si occupa del supporto alla prostituzione, la legge non ha avuto alcun impatto sui problemi di dipendenza, violenza e sfruttamento che lo staff deve affrontare, «la legge per noi non fa differenza» dicono.

A COSA SERVE DAVVERO – L’impianto della legge è chiaramente moralista e la sua apparente illogicità, che legittima e legalizza l’offerta di una prestazione, ma poi punisce il contraente che ne paga il prezzo è frutto della trasposizione in norma di un atteggiamento moraleggiante che manca completamente l’analisi del fenomeno e cerca di piegare la realtà al preconcetto per il quale la prostituta è sempre e comunque una vittima. Non che il fenomeno dello sfruttamento della prostituzione non sia impotente, ma è chiaro che una legge del genere non fa nulla per contrastarlo, e non lo dicono solo i risultati registrati dagli svedesi. In compenso ha un altissimo valore elettorale per i politici, nella parte nella quale si è dimostrata capace di togliere una buona parte della prostituzione dalla strada, almeno all’apparenza. Non si può dire, ma questo è probabilmente il vero motivo che ha spinto i partiti francesi ad abbracciarla con slancio, salvo poi rimanere perplessi una volta approfondito il tema. Anche all’interno della robusta maggioranza al parlamento francese si sono registrate infatti notevoli prese di distanza, anche se per ora non sembrano tali da sovvertire il corso del provvedimento.

MORALISMO INUTILE – L’approccio svedese alla prostituzione, intimamente proibizionista e moralista, non sembra per nulla adatto a cogliere la complessità della questione e fornire risposte utili, lontanissima poi appare possibilità che una legge del genere possa offrire dignità alle prostitute o alle donne in generale, visto che ne propone l’immagine di vittime e per il resto le emargina socialmente privandola di qualsiasi riconoscimento. Il problema è che se questa visione si allargherà in Europa aumenteranno i problemi per i paesi che hanno scelto il percorso opposto, legalizzando la prostituzione e riconoscendone la funzione sociale. L’emersione alla legalità della prostituzione in paesi come la Svizzera, l’Austria o la Germania ne ha fatto polo d’attrazione sia per le prostitute che per i clienti dei paesi vicini. Le prostitute italiane in Svizzera però non arrivano portate dal racket, ma attratte da un ambiente nel quale la loro attività è pienamente legale, pagano le tasse e non sono considerate altro che lavoratrici. E così accade a molte altre che scelgono di lavorare nei paesi nei quali sono tutelate piuttosto che nei loro paesi d’origine, dove e esercitare la prostituzione espone alla contiguità con gli ambienti criminali o alle molestie dei tutori dell’ordine.

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