L’abusivismo edilizio in Italia

06/03/2014 di Maghdi Abo Abia

L’edilizia abusiva in Italia non conosce crisi. Se da un lato i costruttori regolari auspicano una ripartenza che possa consentire al mercato di rivitalizzarsi, dall’altro la realizzazione di cubature abusive continua a crescere indisturbata, grazie alla mancanza di controlli ed a una certa connivenza con il territorio. E con la garanzia che nessuno o quasi toccherà tali immobili, visto che gli abbattimenti censiti da Legambiente nel 2013 sono stati 12.

ABUSIVISMO EDILIZIO - ABBATTIMENTO DI UNO STABILE IN

26.000 NUOVI ABUSI NEL 2013 – Secondo il rapporto stilato da Legambiente dal titolo «l’Italia frana, il Parlamento condona», nel 2013 sono stati calcolati 26mila nuovi abusi, tra case realizzate dal nulla ed ampliamenti di volumetria. Quindi vuol dire che nell’anno trascorso il 13 per cento delle nuove costruzioni è risultato abusivo. E dal 2003, anno dell’ultimo condono edilizio al 2011, sono state censite 258 mila case abusive, per un giro d’affari di 18,3 miliardi di euro. La prima regione dal punto di vista numerico è la Sicilia che nel solo 2013 nelle aree demaniali marittime ha registrato 476 illeciti con il sequestro di 286 strutture e la denuncia di 725 persone.

IL CASO CAMPANIA – Al secondo posto c’è la Campania mentre al terzo c’è la Sardegna, che risulta essere la prima Regione d’Italia per quanto riguarda i denunciati, 988. Il successo dell’abusivismo va cercato nel risparmio dato dal prezzo ridotto della filiera. Una casa non a norma può costare la metà per via dell’acquisto dei materiali in nero, così come accade con la manodopera, con cantieri in cui non si spende un euro per la sicurezza. Il cemento è illegale ed in molti casi attraverso questo sistema si alimenta l’azione della malavita. Un dato riscontrabile nelle motivzioni legate allo scioglimento dei comuni in Campania. Dal 1991 ad oggi, l’81 per cento dei consigli comunali sciolti vede tra le motivazioni un diffuso abusivismo edilizio, speculazione immobiliare e pratiche di demolizione inevase.

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IL RECORD DI NAPOLI – Ed attualmente, l’immobile abusivo difficilmente verrà abbattuto. Il rapporto tra ordinanze e demolizioni, anche quando si ha a che fare con sentenze definitive, è di uno a 10. Ciò significa che su 10 abitazioni abusive, solo una verrà buttata giù. La città con il maggior numero di ordinanze di demolizione emesse è Napoli, dove hanno raggiunto quota 16.837. Di questi sono arrivati a compimento, però, solo 710 casi, per una percentuale complessiva del quattro per cento. A Reggio Calabria e Palermo, su rispettivamente 2.989 e 1.943 ordinanze, non è stato compiuto alcun abbattimento. Dall’altro lato è opportuno rimarcare i risultati di Prato e Genova, dove dal 2000 al 2011 sono state abbattute rispettivamente 957 e 498.

IL CENSIMENTO DELLE CASE FANTASMA – Un altro fattore legato all’abusivismo edilizio è quello delle cosiddette «case fantasma», ovvero quelle che nonostante l’abuso vengono usate in quanto i proprietari presentano la richiesta di condono. Per questo vengono classificate come sanabili. In questo modo vengono rese a tutti gli effetti vendibili anche case che, teoricamente, potrebbero o dovrebbero essere abbattute. Nel 2010 il governo Berlusconi inserì nella Finanziaria Bis una norma sull’emersione degli immobili sconosciuti al catasto con l’Agenzia del territorio che venne incaricata di censire il patrimonio edilizio fantasma. Sul 1.200.000 case trovate, il governo Monti fece sapere che per le casse pubbliche questo avrebbe portato ad un guadagno di 500 milioni di euro.

LE PRATICHE INEVASE – Solo che parliamo di case che di fatto non pagano le tasse e che, anziché essere abbattute, ricevono delle cartelle esattoriali per il pagamento delle pendenze in arretrato mentre i Comuni, incaricati di verificare gli abusi nel loro territorio, non hanno ancora iniziato la verifica. In sostanza la voglia di denunciare il sommerso si è trasformata in un tentativo, riuscito, di organizzare una specie di condono fiscale con sconti sugli arretrati ed un taglio del 3o per cento sulla spesa complessiva nei confronti di coloro che si sono autodenunciati. E chiaramente chi ha pagato le cartelle ha protetto la casa che non potrà né essere confiscata né essere demolita. Poi c’è anche la questione delle domande di sanatoria inevase. Dal 1983 ad oggi sono state depositate 2.040.544 pratiche. Ma il 41,3 per cento di queste risulta ancora inevaso.

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VOGLIA DI SANATORIA – Torniamo in Campania. In Regione ci sono 175 mila immobili abusivi, record nazionale, mentre nel 2012 sono state registrate dalle Forze dell’Ordine 875 infrazioni, il 13,9 per cento del totale nazionale. Napoli è in testa alla classifica nazionale per città con 305 infrazioni accertate, seguita da Salerno con 267. Una nota a parte la merita poi Ischia, dotata da sola di oltre 600 immobili colti da un ordine di demolizione. Ma appare evidente che in tutti questi casi s aspetta una decisione politica compiacente che porti alla soluzione, o meglio alla sanatoria, di un abuso grave che dimostra il poco rispetto che c’è da parte degli attori in gioco dei terreni e delle aree che vengono edificate senza alcun controllo. 

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