La strana riduzione dello stipendio dei consiglieri lombardi
17/05/2013 di Maghdi Abo Abia
La Lombardia si trova alle prese con la questione delle indennità dei membri dell’assemblea regionale. Mentre a Roma i “cittadini” a Cinque Stelle discutono e si scontrano relativamente all’opportunità di trattenere o “restituire” quanto ottenuto per la loro attività parlamentare, a Milano si studia un modo per ridurre lo “stipendio” aumentando però l’indennità.
LE CIFRE – Come spiega il Sole 24 Ore, il presidente del Consiglio Regionale Raffaele Cattaneo ha dato il via alla formazione di tavoli di lavoro che hanno portato ad una proposta collegiale -con l’esclusione del MoVimento Cinque Stelle, per riformare i costi della politica in Lombardia. Secondo la proposta che verrà discussa nel prossimo giugno, lo stipendio scende da 8.531 euro lordi a 6.600, sempre lordi, mentre l’indennità di carica è lievitata da 2.341 euro a 4.500 -netti ed esentasse- ai quali poi vanno aggiunti 2700 lordi per chi può godere di un’indennità di funzione. L’Fp Cgil spiega che in caso di consigliere residente fuori milano, l’indennità può arrivare anche a 6000 euro. Quindi possiamo parlare di un “ritocchino” al rialzo della quota rimborsi. Che poi in realtà non possono essere definiti così visto che non sono giustificati né da fatture né da scontrini. Si tratta di un forfait e tanto basta.
LA LEGGE VOLUTA DAL GOVERNO MONTI – La riforma dello stipendio si rende necessaria a seguito di quanto previsto dalla Legge 213/2012, conversione del Decreto Legge 174 del 10 ottobre 2012, voluta dal governo Monti in risposta allo scandalo Fiorito. Secondo la norma attualmente in vigore per ridurre i costi della politica nelle regioni per definire l’indennità di funzione e di carica di consiglieri ed assessori, bisogna evitare che si ecceda l’importo riconosciuto dalla regione più virtuosa, individuata dalla Conferenza Stato-Regioni entro il 30 ottobre 2012. A seguito di opportune analisi si è deciso che la regione più virtuosa per le retribuzioni dei presidenti di Giunta sia l’Umbria, l’Emilia Romagna per i consiglieri e l’Abruzzo per i finanziamenti ai gruppi.
LE DECISIONI DELLA CONFERENZA STATO – REGIONI – Insomma, non si possono superare queste leggi. Non solo, la Conferenza Stato-Regioni ha stabilito che il massimo per i Presidenti delle Regioni e dei Consigli regionali è di 13.800 euro lordi mensili, 11.100 lordi per i consiglieri regionali, 5.000 lordi ogni Consigliere regionale a titolo di contributo per il finanziamento dei gruppi consiliari. Inoltre secondo la legge viene introdotto il divieto di cumulo d’indennità o emolumenti così come le indennità di funzione o di presenza in commissioni o organi collegiali “derivanti dalle cariche di presidente della Regione, di presidente del consiglio regionale, di assessore o di consigliere regionale”.
I GRILLINI DICONO “NO” – Chi si trova in questa situazione deve scegliere una sola indennità. Niente cumulo, quindi. E la Commissione Garavaglia, dal nome dell’assessore al Bilancio, Massimo Garavaglia, deputata per raggiungere un accordo, è riuscita a mantenere il livello della retribuzione sui 9000 euro al mese per i consiglieri, discostandosi dalle intenzioni della legge voluta dal Governo Monti. Questa è la denuncia del MoVimento Cinque Stelle che ha diffuso la prima busta paga dei consiglieri regionali. Varese News riporta i dati del documento ricevuto dai nove consiglieri “grillini”. Nello specifico parliamo del cedolino di Stefano Buffagni il quale per un mese e mezzo di attività, dal 17 marzo al 30 aprile, ha ricevuto 16.384 euro, indennità di funzione esclusa.
IL VERSAMENTO A BANCA ETICA – I candidati avevano promesso che avrebbero trattenuto solo 5000 euro lordi destinando il resto ad un fondo di sostegno per le piccole imprese della Lombardia. Per questo i nove restituiranno circa 100.000 euro in un mese. Questi soldi però rimarranno depositati in conti correnti di Banca Etica, in attesa di un’indicazione da parte dei funzionari della Regione su come “restituire” i soldi. Il Cittadino ci ricorda poi che gli stessi “grillini” lo scorso 8 maggio hanno “abbandonato” il tavolo voluto dall’assessore Garavaglia. La decisione venne comunicata dal consigliere regionale Gianmarco Corbetta il quale aveva denunciato come “dopo quattro incontri” fosse di fatto “palese l’assenza di volontà di tutte le forze politiche di ridurre adeguatamente i costi della politica e in particolare di operare un netto taglio ai sontuosi “stipendi” dei consiglieri”.
COME FUNZIONA OGGI – Corbetta ha ricordato che la proposta di 6.600 euro lordi più 4.500 netti di rimborso spese a forfait più un’eventuale indennità di funzione pari a 2.700 euro era stata studiata per raggiungere i massimali previsti dal governo Monti. Per Corbetta si tratta di un “bonus” travestito da rimborso spese con l’aggravante che stavolta non si devono neanche presentare gli scontrini mentre per i Cinque Stelle il rimborso massimo, dietro giustificativo, dev’essere di tre mila euro. Al momento lo stipendio dei consiglieri regionali lombardi è definito dalla legge 21 del 13 dicembre 2011. Come si spiega in questo prospetto riassuntivo l’indennità mensile è pari a 3.110,04 euro netti mentre la diaria è di 2.341,82 euro, sempre mensili.
ADDIO INDENNITA’ – Per ogni giornata di assenza dal Consiglio o dalle Commissioni vengono trattenuti 195,15 euro mentre il rimborso spese di trasporto da Milano varia da un minimo di 295,06 ad un massimo di 2.360,45. Il rimborso forfettario per le missioni in territorio regionale è di 3.525,12 euro. Abolita invece l’indennità di fine legislatura a partire dalla decima, ovvero quella attuale. Cancellato anche il vitalizio al compimento del 60esimo anno di età. Quindi i consiglieri devono rinunciare a 2.132 euro e 99 centesimi ed alle ritenute fiscali di 3.288,93 euro. Da notare come queste ultime due voci venissero dalla trattenuta del 25 per cento dell’indennità di funzione, pari a 2.132 euro e 99 cents mensili.