La strana riduzione dello stipendio dei consiglieri lombardi

17/05/2013 di Maghdi Abo Abia

LA RISPOSTA AI CITTADINI ROMANI – Con le nuove norme, come ricorda il Sole 24 ore, lo stipendio non può superare gli 11.000 euro lordi ed i 13.800 in caso d’indennità di funzione. E visto che al lordo ora si guadagnano circa 9 mila euro netti al mese, è evidente come la Regione cerchi di mantenere lo status-quo “aggirando” la legge sfruttando le pieghe della stessa. Da notare poi come i “grillini” lombardi siano più “risoluti” dei loro colleghi romani alle prese con la questione della gestione della diaria e dei rimborsi. In tutto questo c’è ovviamente chi dice no. Parliamo della sezione Avis di Legnano la quale ricorda che la proposta è sostenuta da Pd, Pdl e Lega mentre i Cinque Stelle dicono no.

Regione Lombardia : prima seduta della X legislatura

LE DOMANDE DELL’AVIS – L’Avis, nel suo blog “zeronegativo”, si chiede poi perché per i Cinque Stelle bastano 5 mila euro lordi mentre gli altri necessitano del doppio. “Cosa rende la Lombardia una regione a doppia tariffa?”, ci si chiede a Legnano. L’associazione continua con tono polemico: “Quante altre aziende dovranno chiudere per colpa dei crediti contratti con la pubblica amministrazione […] per far capire una volta per tutte che la rendicontazione delle spese è un dovere e che solo quelle sostenute per attività politica vanno rimborsate? E la smettano di raccontarcela: cene da centinaia di euro non sono attività politica, sono un lusso sbattuto in faccia a chi non ce la fa più, ed è sempre meno disposto a sopportare. Anche qui, stiamo alle parole, come si fa a chiamarli “rimborsi” se non sappiamo a quali spese si riferiscono?”.

LA RISPOSTE DEI SINDACATI – A riprova del fatto che le discussioni di Palazzo Lombardia sembrano sempre più scollegate dalla Regione reale. La Fp Cgil rincara la dose ricordando che in regione vige il blocco dei contratti dei lavoratori del pubblico impiego. Ciò significa che dal 2010 al 2013 è tutto fermo e probabilmente la situazione verrà prolungata. Perciò un lavoratore assunto in categoria C e diplomato guadagna un netto inferiore ai 1150 euro al mese con una riduzione dei buoni pasto a 7 euro cadauno. Inoltre la Regione ha obbligato al pensionamento dei lavoratori con 29, 31, 33 e 34 anni di servizio, parliamo di 56 persone.

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SI VUOLE EVITARE L’INTERVENTO DELLA MAGISTRATURA – Il sindacato paventa la possibilità di un aumento delle somme percepite in precedenza a causa della riduzione dell’indennità, soggetta ad una tassazione, con un incremento dei rimborsi senza giustificativi, rimborsi non tassati. Per Mavi Gardella, segretaria del Fp Cgil Lombardia: “In un colpo solo si risolverebbero i vincoli posti dal decreto Monti e si eviterebbero eventuali future indagini della Magistratura su come vengono utilizzati i rimborsi spese per esercizio di mandato”. Quindi c’è il rischio che in futuro grazie al rimborso forfettario non vi sia più il pericolo di un intervento della Corte dei Conti.

LA DECISIONE DELLA CORTE DEI CONTI – Parliamo della restituzione decisa dalla Corte di poco più di un milione di euro indebitamente pagati da Regione Lombardia ai suoi consiglieri nel corso della IX legislatura.  Si tratta di soldi spesi tra ristoranti, viaggi, alberghi ed apparecchiature informatiche. Gli analisti dell’ente hanno analizzato scontrini e ricevute dei singoli consiglieri stabilendo chi aveva speso cosa. In testa ecco la Lega Nord con 597.525 euro non dovuti. A seguire il Pdl (297.721 euro), l’Udc (48.886 euro), il Pd (46.256 euro), l’Idv (12.365 euro), Sel (10.308 euro) e Pensionati (827 euro). Secondo la legge ora oltre alla restituzione dei soldi vi è lo stop all’erogazione dei rimborsi nell’anno in corso. Parliamo di 220.212 euro che avrebbero coperto le spese dei gruppi nel trimestre aprile-giugno.

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LE VOCI DELLA REGIONE – IntornoTirano propone le voci di alcuni dei consiglieri. Per il capogruppo della Lega Nord, Massimiliano Romeo, “la vicenda dei rimborsi è una pagina che riguarda il passato e che si è chiusa definitivamente”, mentre il vicepresidente della Lega Nord Fabrizio Cecchetti ha espresso “l’assoluta volontà di fare chiarezza”. Sara Valmaggi, Pd, ha parlato di “un problema complessivo d’interpretazione della normativa nazionale” mentre Raffaele Cattaneo, quello che si definiva “rovinato” per 8 mila euro al mese, parla di “aspetti problematici relativi all’interpretazione della delibera della Corte”. Silvana Carcano, portavoce e capogruppo del M5S, ha invitato i partiti a restituire i soldi sottolineando che ora il loro compito sarà di “vigilare “perché le forze politiche coinvolte non si autoassolvano con deroghe o tecnicismi nell’ambito del diritto o sanatorie”.

COSA SUCCEDERA’? – Repubblica ha riportato un’altra dichiarazione di Cattaneo, secondo il quale prima di rendere effettivo l’atto è necessario “fare degli approfondimenti, non sappiamo chi deve rendere esecutivo l’atto, né se si possa far ricorso”. Staremo a vedere. Intanto a quanto pare la nuova norma sugli stipendi dei consiglieri verrà discussa il prossimo giugno ma al momento solo i Cinque Stelle sembrano opporsi ad una restituzione di un qualcosa tolto per legge, con l’aggravante della mancanza di rendicontazione, come sottolineato dai critici. E certo la strana concomitanza con la decisione della Corte dei Conti rende l’argomento ancora più delicato. (Photocredit Lapresse)

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