La sovranità monetaria francese sull’Africa

24/01/2014 di Mazzetta

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IL GIRO DEI SOLDI – Non che ai paesi più ricchi vada meglio, la spietata dittature dell’equato-guineano Teodoro Obiang è diventata il Kuwait d’Africa e spende generosamente in Francia come negli Stati Uniti e lo stesso fanno i dittatori e le élite di altri paesi della regione, che preferiscono mettere al sicuro i frutti delle loro ruberie accumulando patrimoni al di fuori del continente in paesi più solidi. Si capisce quindi che la garanzia di Parigi diventa un impegno che riguarda anche l’Unione Europea, che non garantisce la moneta africana, ma che da una destabilizzazione delle finanze francesi subirebbe sicuramente conseguenze negative. I paesi in questione però hanno un prodotto interno lordo complessivo di meno di 170 miliardi di euro e fino a che questo valore non diventerà molto più alto, le eventuali perturbazioni di uno o dei due franchi CFA avranno scarso impatto sull’economia francese come su quella dei paesi dell’area euro.

LA MISSIONE CIVILIZZATRICE – A più di mezzo secolo dalla decolonizzazione, la vita delle ex colonie europee nell’Africa Sub-sahariana è ancora molto grama e anche nei paesi che in teoria possono esibire un PIL pro-capite simile a quello di molte economie avanzate o che hanno ingenti riserve minerarie o che esportano buona parte della loro produzione agricola e forestale, il destino di buona parte dei cittadini è quello della miseria, i servizi essenziali sono un sogno per buona parte della popolazione e le speranze di «crescita» sono interamente nelle mani di persone che non rispondono ai cittadini di quei paesi e che sulla pelle dei cittadini di quei paesi realizzano grandi profitti e cumulano patrimoni frutto d’inganni e rapine del tutto simili a quelle praticate dai primi bestiali colonizzatori europei, i discendenti dei quali non hanno ancora smesso d’insegnare agli africani come devono fare per diventare civilizzati come noi.

 

 

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