La storia della senatrice a vita Elena Cattaneo indagata per diffamazione

19/12/2013 di Redazione

Mettere in dubbio l’opportunità delle campagne anti-vivisezione, a volte, può costare caro. Molto caro. Lo sa bene da oggi la neo senatrice a vita Elena Cattaneo, finita nel registro degli indagati della Procura di Roma con l’accusa di diffamazione in seguito ad una denuncia querela per alcune dichiarazioni rese (presuntamente) contro chi chiede lo stop completo alla sperimentazione animale. In realtà, come aveva già fatto sapere la senatrice ad Agenpress, quelle dichiarazioni la Cattaneo non le aveva mai rese: qui c’è la smentita pubblicata dal sito. Tra l’altro, quelle parole somigliano moltissimo al commento pubblicato da questo stesso sito (senza attribuirle alla Cattaneo), che però non si riferiva al PAE ma ai politici che sfruttano l’animalismo.

 

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LA FRASE CONTESTATA – L’agenzia Agenpress informa oggi che alla Cattaneo (va precisato che nonostante la querela sia stata accettata non è escluso venga poi richiesta l’archiviazione della stessa) viene in particolare contestata una dichiarazione in cui definisce «disonesti» i «pasdaran» della sperimentazione. «Mentono sapendo di mentire, i disonesti, i pasdaran contro la sperimentazione minacciano pesantemente il futuro della nostra salute», aveva affermato contro i politici ed gli scienziati intervenuti al convegno di Roma del 25 settembre «Fermiamo la vivisezione». All’incontro aveva partecipato anche la deputata Pdl ed ex ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla, annunciando la presentazione di una proposta di legge per l’abolizione della sperimentazione animale. «Metodi che non comportino l’utilizzo di animali, come simulazioni al computer o test su cellule, sono in uso da anni – spiegava la Cattaneo contestando il convegno – e ci hanno sicuramente permesso di ridurre il numero di animali utilizzati. E grazie all’avanzamento tecnologico saremo sempre più in grado di ridurre questi numeri, come raccomanda anche l’Unione europea. Ma oggi, se vogliamo continuare a capire perché ci ammaliamo e come possiamo curarci non possiamo rinunciare del tutto alla sperimentazione animale: dobbiamo mettercelo in testa e pensarlo ogni volta che prendiamo un farmaco, che ci sottoponiamo a un intervento chirurgico e anche quando portiamo il nostro cane dal veterinario».

«OFFESI E DENIGRATI DALLA SENATRICE» – A dare notizia dell’iscrizione della Cattaneo e a commentare con parole al vetriolo le parole della senatrice è oggi Stefano Fuccelli, presidente del Partito Animalista Europeo, organizzatore del convegno. «L’intera rappresentanza politica – spiega Fuccelli – composta dagli onorevoli Brambilla (Fi), Amati (Pd), Taverna (M5S), dal precedente Ministro della Salute Balduzzi (Sc) e quella scientifica internazionale dai componenti il Tavolo ministeriale sui metodi alternativi alla sperimentazione animale al prof. Claude Reiss tossicologo molecolare, per 35 anni direttore di ricerca al Consiglio nazionale per la ricerca francese (Cnrs) e presidente di Antidote Europe, nonché noi come organizzatori, siamo stati non solo offesi ma denigrati dalla senatrice a vita, per questo avevo conferito mandato al nostro legale Avv. Cugini di presentare formale denuncia».

«PREDITTIVITÀ MAI VERIFICATA» – «Queste gravissime accuse prive di qualsiasi fondamento – dichiara ancora il presidente del Partito Animalista Europeo – sanciscono o la mancata conoscenza della materia o il dolo della sua azione in quanto la Cattaneo non può ignorare, fatto ancor più grave nella sua qualità di ricercatrice scientifica, che l’ipotesi di predittività del modello animale nello studio delle malattie umane, reazioni a farmaci, vaccini o sostanze destinati all’uomo non sia mai stata verificata. Non è infatti possibile reperire in letteratura alcuno studio di predittività/validazione del modello animale, seppure quest’ultimo sia notoriamente acclamato quale predittivo ed universalmente accettato come standard aureo».

IL CASO – Il dibattito sul tema scatena inevitabilmente uno scontro aspro tra favorevoli e contrari alla sperimentazione animale. E appare evidente, anche in virtù dell’intenso e continuo dibattito, come una denuncia per diffamazione possa essere considerata eccessiva, soprattutto se colpisce una scienziata nota e stimata, che si presume abbia quindi le sue buone ragioni per criticare o sostenere delle tesi. Ovviamente ogni posizione, anche se pronunciata da uno scienziato, può essere contestata. Ma sarebbe bene ricordare che, mentre il presidente del Pae sostiene che «l’ipotesi di predittività del modello animale nello studio delle malattie umane non sia mai stata verificata», ci sono anche numerosi esperti che sostengono che gli «altri metodi» esistenti per la sperimentazione non siano sufficienti. La discussione, insomma, continua e continuerà. Purtroppo anche a colpi di (probabilmente evitabili) udienze in tribunale.

Nota di aggiornamento
Il Pubblico Ministero di Monza, il 10 marzo 2014, ha chiesto al Giudice per le Indagini Preliminari l’archiviazione del procedimento a carico della prof.ssa Cattaneo non ravvisando nelle sue dichiarazioni nessuna offesa alla reputazione di alcuno. Secondo il Pubblico Ministero, la prof.ssa Cattaneo ha espresso un’opinione senza alcun intento offensivo, che rientra nell’ambito del diritto di manifestazione del proprio pensiero sotto forma di valutazione scientifica. Anche i toni utilizzati non sono stati eccessivi o spropositati. Il Giudice per le Indagini Preliminari ha quindi disposto, il 17 febbraio 2015, l’archiviazione del procedimento accogliendo le considerazioni espresse dal Pubblico Ministero, ritenendo che le dichiarazioni rese della prof.ssa Cattaneo, lungi dal risultare diffamatorie, appaiono come l’espressione lecita e continente della posizione scientifica sostenuta.

(Nota a cura dell’Ufficio della Sen.ce Cattaneo)

(Fonte foto: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

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