La sorveglianza di massa e il Datagate spiegati con l’esempio del pisello

09/04/2015 di Mazzetta

DATAGATE

LA GRANDE RACCOLTA DI TUTTI I DATI O QUASI –

Tutte roba che finisce nei server americani e che lì resta praticamente a piacimento a disposizione di questa o quella agenzia, senza apparentemente inquietare molti, ne nei paesi spioni, ne in quelli maggiormente spiati, come il nostro. Come dimostrano scandali precedenti in materia gli Stati Uniti impiegano questi dati per trarre o far trarre alle proprie aziende vantaggi competitivi nelle gare negli appalti internazionali, successe ai tempi di Echelon ai danni di Airbus e probabilmente non ha mai smesso di succedere, l’aggravante del vecchio problema è che lo fanno anche i britannici. Posto che l’Europa, come altri paesi e regioni spiate, potrebbe provare a rendere più difficili tali attività, ma che non pare ce ne sia la volontà, l’unica breccia possibile nello stato delle cose è dalle parti degli Stati Uniti, dove peraltro agli americani non importa assolutamente nulla se il loro governo spia su quelli degli altri e nemmeno sulla totalità dei loro cittadini. La sorveglianza di massa però è tale perché non risparmia nemmeno gli americani, perché i dati degli americani viaggiano ubiqui insieme a quelli degli altri cittadini della rete, che per definizione non ha confini, e finiscono catturati insieme a quelli dagli strumenti di NSA e agenzie di spionaggio associate. Capacità alle quali ambiscono sicuramente molti altri governi e infatti gli strumenti per lo spionaggio elettronico vendono benissimo presso i regimi più famigerati che non si possono permettere un budget e i server da NSA.

LE OPINIONI PUBBLICHE E IL DOPO-SNOWDEN –

Dalle interviste a Times Square realizzate da Last Week Tonight, ma anche dai numerosi sondaggi sul tema, si ricava che gli americani hanno un’idea molto approssimativa di chi sia Snowden, quelli che sanno chi è, e una percezione del problema molto vaga posto dalla sorveglianza globale che li porta a non preoccuparsi per niente. Là come da noi, molti commentatori hanno prima concluso che «sono solo metadati» quelli raccolti dalle agenzie e infine si sono eclissati quando si è scoperto che invece catturano praticamente tutto o quasi. Alla vigilia del rinnovo del Patriot Act, che secondo i teorici della sorveglianza di massa giustifica questo tipo di spionaggio dei cittadini americani, la percezione di quanto sia in gioco e di cosa facciano davvero le agenzie americane è prossima allo zero e John Oliver ha cercato così di tradurre la questione per il volgo con l’esempio del pene.

Prima ha ricordato a Snowden quella parte di rivelazioni sulle dinamiche in NSA, che descrivono i dipendenti dell’agenzia intenti a gestire grosse quantità d’immagini e foto estremamente riservate:«Una volta hai detto in un’intervista che la NSA si scambia foto di persone nude». Rivelazioni confermate da Snowden che ha spiegato come «Non è visto come una gran questione nella cultura di NSA, perché si vedono foto di nudi tutto il tempo». La condivisione online di piselli e altri scorci anatomici dev’essere più diffusa di quanto sospettato anche dai sociologi più arditi, ma i dati di NSA non sono a disposizione della scienza e non lo sapremo mai, ma i contribuenti americani e britannici possono sicuramente vantarsi di possedere la più sterminata pornoteca amatoriale del pianeta

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