La sorveglianza di massa e il Datagate spiegati con l’esempio del pisello

09/04/2015 di Mazzetta

sorveglianza di massa

SNOWDEN A DISAGIO –

Snowden è apparso in discreto imbarazzo, non si aspettava di finire a parlare di peni e ha preferito tradurre dick con junk (spazzatura), riferendosi agli esempi proposti da Oliver che si è detto convinto del fatto che: «questo è il limite più visibile per la gente: possono vedere il mio pene?». E alla domanda Snowden ha risposto che sì, possono vederlo, possono conservarne le immagini e insieme a quelle anche le immagini e i messaggi di amici, parenti e conoscenti.

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L’ESEMPIO DEL PENE –

Possono vedere e conservare il pene degli americani e lo fanno, ancora di più lo fanno con i cittadini stranieri, possono sentire chiunque parlare del suo pene e sapere con chi ne parla e a chi manda la foto del suo pene, di tutti o quasi quelli che lo fanno. Messi davanti a questo aspetto della faccenda gli americani sentiti dai colleghi di Oliver sono improvvisamente diventati unanimi e hanno detto che no, il governo non deve raccogliere e conservare le foto dei piselli degli americani e probabilmente per una volta la considerazione può essere estesa a quelli degli stranieri.

La buona notizia, dice Snowden, è che non esiste un «Dick Pic Program», la cattiva e che esiste invece un programma che raccoglie e conserva anche le foto dei peni (e ovviamente delle vagine) che viaggiano in rete. Un’attività che nessuno ha ancora spiegato perché sarebbe lecita e a cosa dovrebbe servire al governo spendere miliardi di dollari per intercettare l’intero traffico in rete e conservarlo, per anni, in server che dovranno crescere esponenzialmente tenendo dietro all’evoluzione tecnica che porta a viaggiare sulla stessa infrastruttura ogni genere di messaggio e conversazione, comprese quelle telefoniche. Un’attività che è stata autorizzata in maniera dubbia, che è stata negata oltre l’evidenza e che il prossimo primo giugno potrebbe di nuovo essere validata, insieme al famigerato Patriot Act, per i prossimi cinque anni.

LA POSTA IN GIOCO DOPO IL DATAGATE –

Difficilmente la pur brillante intuizione comunicativa di Oliver farà breccia nella coscienza degli americani e anche se lo facesse risulta abbastanza inverosimile che gli Stati Uniti decidano di smantellare un programma costato miliardi di dollari e che in effetti concede all’amministrazione e alle agenzie un enorme vantaggio sui paesi concorrenti e anche su quelli alleati. Sarebbe comunque un risultato rilevante, se la consapevolezza di queste attività si consolidasse nelle opinioni pubbliche, non tanto perché le persone possano decidere di limitare la spedizione online di peni e vagine, comportamento che non deve certo essere auto-censurato perché un governo s’impadronisce illegalmente di quelle immagini e i dipendenti delle sue agenzie ci si trastullano, quanto perché fino a oggi sembra proprio che Edward Snowden e il manipolo di attivisti che si sono battuti per rivelare al mondo la portata del Datagate abbiano fatto molto, ma non sono ancora riusciti a far capire alle opinioni pubbliche quali siano i limiti che sono stati superati mettendo insieme un tale apparato preposto alla sorveglianza di massa e a quali terribili conseguenze potrebbe condurre il lasciare che oscure agenzie lo gestiscano in segreto e senza alcuna supervisione, sia quella giudiziaria o quella parlamentare.

 

 

 

 

 

 

 

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